Non dite che non ve l’avevamo detto. Pardon, perché questi toni minacciosi per dire che dovreste già sapere dello scioglimento, dopo quasi 20 anni, di una delle band più rappresentative (e prolifiche) del panorama indie a stelle e strisce, e in genere mondiale? Ok, lo sapete, così come sapete che, prima che tale decisione abbia effetto, Robert Pollard e soci lasceranno in eredità, via matador, un ultimo album: “Half Smiles of the Decomposed”. L’uscita è prevista il 23 Agosto e, come detto, metterà la parola fine alla parabola di un gruppo tutt’altro che in declino (ma non, Polard in primis, dei suoi componenti come singoli).
Ciò che c’è di nuovo, oggi, è la definizione di una tracklist abbastanza “ristretta” per gli standard compositivi dei GbV (brevi canzoni = tracklist da più di 15-20 titoli). Eccola qua: ‘Everybody Thinks I’m a Raincloud (When I’m Not Looking)’, ‘Sleep Over Jack’, ‘Girls of Wild Strawberries’, ‘Gonna Never Have To Die’, ‘Window of My World’, ‘The Closets of Henry’, ‘Tour Guide at the Winston Churchill Memorial’, ‘Asia Minor’, ‘Sons of Apollo’, ‘Sing for Your Meat’, ‘Asphyxiated Circle’, ‘A Second Spurt of Growth’, ‘(S)mothering and Coaching’, ‘Huffman Prairie Flying Field’. 14 canzoni. Bè, non proprio pochissime, va’.
Come si conviene un album di addio richiede anche un tour di addio (altrimenti tanto vale essersi sciolti già da adesso e lanciare “Half Smiles of the Decomposed” come album postumo, no?), che si dipanerà, in NordAmerica, tra Giugno e Agosto. E’ l’ultima volta, volete perderveli?
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