PRINCE, GEORGE HARRISON, TRAFFIC, ZZ TOP, BOB SEGER, JACKSON BROWNE, the DELLS e JANN WENNER (fondatore del magazine Rolling Stone) sono stati ammessi nella Rock and Roll Hall of Fame nell’ambito della usuale cerimonia di gala, svoltasi quest’anno il 15 Marzo al Waldorf-Astoria Hotel di New York.
PRINCE ha dato il via alle danze guidando una band di 8 elementi per l’esecuzione di ‘Let’s Go Crazy’, ‘Sign ‘O’ the Times’ e ‘Kiss’, quest’ultima con l’introduzione di fiati della celebre ‘Soul Man’ di Sam & Dave. Giusto in vista di un nuovo album e di un major tour (che a sua detta potrebbe essere l’ultimo per quanto riguarda l’esecuzione dei suoi classici hits), il folletto di Minneapolis è stato celebrato dagli Outkast, nel loro discorso d’introduzione, come “una delle principali influenze”.
GEORGE HARRISON, stroncato da un cancro a fine 2001, è stato introdotto dai suoi bandmates nei Traveling Wilburys, ossia Tom Petty e Jeff Lynne. “Più volte ha detto di non voler intraprendere una carriera del tutto solista” ha detto Petty dei suoi anni post-Beatles. “Amava semplicemente suonare con gli amici” Lynne e Petty sono stati raggiunti sul palco da Steve Winwood all’organo e da Dhani Harrison (figlio di George) alla chitarra per ‘Handle With Care’, lo smash-hit dei Traveling Wilburys, seguita da ‘While My Guitar Gently Weeps’, brano che Harrison scrisse per il “White Album”. A metà di questo brano si è fatto vivo anche Prince con un assolo di chitarra.
Prima però era stato il turno di Winwood e dei suoi TRAFFIC, con una versione “jam” di ‘Dear Mr. Fantasy’, che ha usufruito dell’organo di Randall Bramblett. Anche Dave Mason si è unito a Winwood e al batterista Jim Capaldi, ma non fine alla fine.
Quanto a JACKSON BROWNE, a salutarlo con un discorso introduttorio è stato addirittura Bruce Springsteen, che ha parlato di “grande songwriting” ma anche dell’abilità di Browne di riempire le arene. “Quando io e la E Street Band sudavamo per racimolare quattro gatti”, ha detto the Boss, “Jackson faceva accorrere più ragazze che a uno show delle Indigo Girls!”.
The DELLS, invece, seminale gruppo di r’n’b’ vocale dell’Illinois negli anni 50, hanno tributato i loro onori a O’Jays, the Manhattans, the Whispers “e ai ragazzi di casa nostra, i Chi-Lites”, oprima di eseguire il loro classico (datato 1956) ‘Oh, What a Night’, con il supporto della band di Paul Shaffer.
Dopo l’introduzione, che più inattesa non ci si poteva aspettare, di Keith Richards dei Rolling Stones, i cajun-rockers texani ZZ TOP (quelli con cappello con falda, occhali scuri e barba lunga, da sempre) hanno dato la loro usuale dose di torrido rock’n’roll sudista con i brani ‘Le Grange’ e ‘Tush’.
BOB SEGER è stato invece salutato dal discorso di Kid Rock come “il più ammirato musicista dei nostri tempi. Venendo dal michigan, a nord di Detroit, e vivendo lì ancora oggi, la musica di Bob Seger non solo mi ha influenzato, ma mi ha insegnato a essere fiero del luogo da cui provengo. Bob è la voce dell’America che lavora e la prova vivente del sogno americano” (non bastava Bush per discorsi del genere?). dopo un breve discorso in cui ha ringraziato i Silver Bullets, sua backing band, e la sua etichetta, la Capitol, Seger ha eseguito ‘Turn the Page’ e ‘Old Time Rock’n’Roll’.
Infine JANN WENNER, che è anche vice-presidente dell’executive board della R’n’R Hall of Fame, è stato letteralmente idolatrato da Mick jagger come “uno dei primi critici musicali che ha capito cosa noi, come artisti, proviamo. Jann ha fatto da pioniere, quasi da solo, all’idea del rock’n’roll come vibrante forma d’arte. Sono stati jann e il suo staff a elevare la nostra musica verso lo status di altre forme musicali”.
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