Thurston Moore ha ormai 53 anni e dopo una trentina spesi a riempire di noises studi di registrazione, club e arene di mezzo mondo si è voluto prendere una pausa da tanto rumore.
“Demolished thoughts” non è un disco che spacca o che colpisce, dunque niente di eccezionale, ma è un puro divertissement per il nostro eroe.
Va preso così questo disco, composto di nove brani, melodiosi, accoglienti e morbidissimi. Scordatevi dunque le aggressioni sonore presenti in “Sister”, “Daydream nation” o in “Dirty”, o peggio nelle frustanti e dilatate sonorità noise dei suoi side project in collaborazione con il meglio dell’avanguardia mondiale; ma pensate piuttosto alla produzione bucolica di un certo cantautorato folk Usa. Così il buon Moore ci dimostra che è in grado di maneggiare in maniera impeccabile anche questo tipo di materiale.
In cabina di regia ha voluto Beck grazie al quale è riuscito meglio ad intersecare chitarre acustiche, violini ed arpe che sono sostrati essenziali per brani intimi, evocativi, dove alcuni pattern noise sono destrutturati in chiave acustica.
Inevitabili sono alcuni richiami alla band madre, in particolare in “Orchard street”, nella quale tornano alla mente i Sonic Youth della seconda metà degli anni ’90.
Per i fans di Thurston è un disco imperdibile.
Autore: Vittorio Lannutti