Il nuovo disco di Giovanni Truppi, intitolato Il Mondo è come te lo Metti in Testa, suscita curiosità ed aspettative visto l’eccellente esordio del 2010 intitolato C’è un Me dentro di Me. E verso le nuove canzoni c’era tanta curiosità anche perchè il cantautore napoletano ma da anni residente a Roma le aveva sporadicamente rodate live nell’ultimo anno, svelandone così taluni temi e suoni. Giovanni Truppi alla chitarra elettrica, voce e pianoforte, e Marco Buccelli, da anni attivo a New York nella musica sperimentale, che lo affianca alla batteria, presente già nel precedente disco, con un nuovo repertorio che segna uno scarto piuttosto netto rispetto al passato, sia per contenuti che per scelte espressive; Il Mondo è come te lo Metti in Testa appare da subito molto complesso, problematico, nervoso, persino acido – nei testi e nelle strutture musicali – e la produzione è più asciutta, lo-fi, essenziale.
Tre anni fa Truppi si presentava come cantautore che mediava le proprie riflessioni, la propria creatività, la propria analisi del mondo esteriore ed interiore con abbondanti e giocosi passaggi pop, e con melodie piene o delicate, con dunque una sostanziale solarità che ora, nel nuovo album, lascia il posto ad un’analisi della vita in cui c’è evidentemente tanto di autobiografico, con strappi continui sia strumentali – la musica è spigolosa, scarna – sia vocali.
‘Nessuno‘, malgrado sembri un brano non sufficientemente immediato per questa funzione, probabilmente sarà il singolo, il biglietto da visita del disco, che lascia intravedere – come anche ‘Il Mondo è come te lo Metti in Testa’ e ‘La Domenica‘ – un tema forte del cantautore, ossia la relatività delle cose della vita, e come l’importanza delle stesse è spesso frutto di nostre scelte e sensazioni estemporanee su cui ci illudiamo di costruire una vita intera o almeno una fase di passaggio, nell’attesa di cambiamenti strabilianti che attendiamo con incomprensibile passività e fatalismo; poi la riluttanza verso la competizione sociale, che in Giovanni Truppi ricorda molto Giorgio Gaber, Francesco Baccini e Rino Gaetano, ed il male d’amore (‘Come una Cacca Secca‘).
Tra le pieghe delle canzoni, il solito senso dell’umorismo e la critica sociale pungente (‘I Cinesi‘), il nonsense, il giocare con le parole e baratri di sofferenza che si spalancano all’improvviso per poi richiudersi nello scherzo (‘Il Mondo è come te lo Metti in Testa’).
E’ un disco di fragilità ed insicurezze messe a nudo senza vergogne, questo, di grandissima umanità, con, ripetiamo, repentine virate ironiche (l’invettiva ‘Ti Ammazzo‘) ed autoironiche (‘Cambio Sesso per un Po’ e ‘Giovinastro‘, quest’ultima di Gianfranco Marziano) ma anche con qualche imbarazzante giro a vuoto, in cui Truppi sembra mettere su disco pensieri sciolti da autoanalisi, esperimenti grezzi eseguiti per errore col microfono acceso (‘Nessuno’, la filastrocca incisa col telefonino ‘Quante Volte’); dal vivo poi, come abbiamo avuto modo di sperimentare nei mesi passati, l’esperienza si ripete ed amplifica, con una montagna di emozioni servite allo spettatore disordinatamente, proprio come fa la vita, guarda un po’.
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autore: Fauso Turi