Due italiani, un messicano, un inglese e un austriaco non è l’attacco di una barzelletta, ma l’inizio dei Vadoinmessico un quintetto cosmopolita con sede a Londra. Giorgio Poti e Alessandro Marrosu (italiani), Salvador Garza (messicano), Stefan Micksh (austriaco) e infine Joe White (inglese) si sono infatti conosciuti nel 2006 al college di musica, scoprendo subito una comune passione per il folk e la psichedelica.
Dopo un Ep e alcuni singoli, Archaeology Of The Future rappresenta il loro album di esordio, registrato con la collaborazione di Craig Silvey (Arcade Fire, REM, Portishead e Anna Calvi). Un debutto che mette in mostra un pop, giocoso, bello, caldo, capace di trasportare gli ascoltatori in un altro luogo, clima e tempo.
La forza, infatti, di Archaeology of the Future sta nell’esotico groviglio di sonorità del mondo che, ci stiamo accorgendo, rappresenta sempre più il nuovo filone d’oro dell’indie.
I Vadoinmessico ripercorrono infatti la strada dei Vampire Weekend, Dirty Projectors, Local Natives e Givers, solo per citare i primi che vengono in mente.
Archaeology Of The Future riporta alla mente i momenti migliori di queste band, un po’ per l’uso della voce, un po’ per certi arrangiamenti che sanno essere sperimentali e al tempo stesso pop. Sostanzialmente i brani dell’album condividono un impianto acustico all’interno del quale sonorità africane e caraibiche si fondono piacevolmente quasi incontrandosi nel Mediterraneo, mentre i testi di Giorgio Poti parlano di nostalgia per paesi lontani e di amori perduti.
Tutto in questo debutto presenta un potenziale enorme. Prendete In Spain, sembra un viaggio che sotto la calura estiva ci conduce dalla Spagna fino in Sud America. The adventure of a diver è il momento più onirico, con i Grizzly Bear dietro l’angolo. Teoo affoga i ricordi sulle note di una slide guitar, mentre Curling up your spine mescola malinconia e indolenza.
Archaeology of the Future si rivolge a tutti e con un fortissimo respiro internazionale. Sembra quasi un paradosso, ma questa musica non poteva che nascere sotto i cieli grigi e la pioggia estiva di Londra.
Autore: Alfredo Amodeo