Dopo oltre due anni di silenzio discografico e un anno e mezzo di pausa sabbatica dall’attività live (sfatata però dal recente e trionfale mini-tour appena concluso), i
Mariposa pubblicano un nuovo album: si tratta di “Best Company“, un album verde e rosa, prodotto da “La Famosa Etichetta Trovarobato” e distribuito da Audioglobe.
Cos’hanno in comune Giorgio Gaber, King Crimson, Beatles, Afterhours e il compositore russo Dmitrij Kabalevskij? Nulla.
Tranne che, assieme a tutti gli altri autori presenti nel disco, sono stati tagliati, sminuzzati, ricombinati, scomposti e scomodati, cuciti, rimontati, mela c e mela v:
che poi è forse l’essenza della “musica componibile”, il genere musicale al quale i Mariposa si sono ascritti arbitrariamente. E’ proprio questa “musica componibile” ad
essere il filo rosso che unisce i 9 brani che compongono il disco.
“Best Company” infatti è un album antologico che contiene tutte le cover incise dai Mariposa nei loro 9 anni di attività musicale: dai King Crimson passati attraverso un frullatore di marca tarocca, ai numi tutelari Jannacci e Gaber (omaggiati rispettivamente con “Si vede” e “Un’idea”); dai Beatles ibridati in laboratorio con gli Oliver Onions, fino ad una irriconoscibile “Male di Miele” degli Afterhours cantata da una bambina di 8 anni. Tutto nel tentativo di mettere a dura prova la proprietà invariantiva dei suoni: perchè, spesso, cambiando l’ordine degli addendi cambia anche la musica. Cosa c’entri poi l’omonima marca di abbigliamento se lo chiedono anche i Mariposa stessi. Quindi, paninari di tutto il mondo unitevi: stavolta i Mariposa sono in ottima compagnia. Anzi, la migliore.
Autore: red.
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