Hanno trascorso tanto tempo leggendo e discutendo “conspiracy theories”, portando a compimento – nel frattempo – la loro personale crescita musicale. “The Cosmic Game” oltrepassa le comuni barriere dei generi, fondendo brillantemente rock e psichedelia con insegne dub, e inciampando saggiamente in collaborazioni con (tra gli altri) Perry Farrell, the Flaming Lips e David Byrne. Un cast d’eccezione, cui vanno aggiunti una schiera di percussionisti brasiliani e bellissime voci indiane.
Suoni profondi, densi di vita, che non possono non farti muovere le gambe almeno una vota, ascoltandoli. Un sound “cosmopolita”, che affonda spesso le proprie radici in tradizioni musicali dell’ Est e dell’Ovest dell’India (“Warning Shots”, la bellissima preghiera di “Shiva” e “Doors of Perception”), che si arricchisce con il reggae-dub di “Amerimacka” (featuring Notch) e inverte la rotta in brani come “Ambition Eterna (Eternal Ambition)” e “Pela Janela (Through the Window)”.
Ballate, dance music, ritmi genuini, fanno in modo che lo stile dei Thievery Corporation combini – come d’altronde già succedeva in “The Richest Man in Babylon” e “Mirror Conspiracy” – un sound che parte dagli anni ‘60 per arrivare al più moderno dei suoni psichedelici ed elettronici, in uno spazio che si alterna tra il funky e il down-beat. Hanno lavorato veramente bene i due di Maryland. Un lavoro pulito, fine, ricco di emozioni e di grande spirito.
Autore: Ciro Calcagno