Archiviati i The Coral, Bill Ryder-Jones si lascia alle spalle il già sorprendente passato da solista, finanche l’iperbole del bel dittico “Yawn”(del 2018) e “Yawny Yawn” (2019) – da citare per entrambi “And Then There’s You”, “Don’t Be Scared, I Love You”, “Mither”, “There’s Something on Your Mind”, … -, e matura una scrittura ancora più adulta di quanto raggiunto con “Yawn”, sicuramente meno intima e indiretta, ma compiuta, che si cristallizza nell’ottimo “Iechyd Da” (Domino).
Con un parallelismo visivo ed emozionale, si può dire che quel bambino sulla copertina di “Yawn” e di “Yawny Yawn” abbia abbandonato i ricordi domestici d’infanzia e ora guardi dal mondo esterno la casa natia; ve comunque detto che “Yawny Yawn”, a parere di chi scrive, ha un fascino e un’introspezione unica che lo fa preferire a “Yawn” per identità, essendo disancorato dai richiami post rock, slowcore e indie del suo predecessore.
Con “Iechyd Da” il viaggio, invece, inizia da lontano, con la splendida “I Know That It’s Like This (Baby)”, che include un sample di “Baby” di Caetano Veloso nella versione di Gal Costa (come si apprende dalle note di copertina) e che definisce la volontà di Bill Ryder-Jones di aprire i suoni e gli arrangiamenti verso più ampi orizzonti (inter)personali.
La sentita “A Bad Wind Blows in My Heart Pt. 3” certifica quanto sopra, soprattutto nel raffronto con le omonime “parti” precedenti, contenute sull’eponimo disco del 2013, e definitiva testimonia come il trascorso sia ponte verso un’attualità crescente.
Se “If Tomorrow Starts Without Me” indulge con il violoncello di Ian Stephens e movimenta, “We Don’t Need Them” definisce umori ed emozioni nei crescendo e diminuendo.
“I Hold Something in My Hand” è esatto singolo dalle reminiscenze indie.
“This Can’t Go On” (“features a sample from ‘Every Little Beat of My Heart’ performed by Flashlight, written by Willard Hines” – si legge nelle note di copertina), chiude magistralmente, con la sua enfasi, il Side A.
“… And the Sea …”, con il “sottoposto” parlato tratto dall’“Ulysses” di James Joyce e affidato alla lettura d Michael Head ( “…O and the sea the sea crimson sometimes like fire and the glorious sunsets …”), e la sua musica proveniente da luoghi e tempi distanti, è ambientazione e narrazione prima che “Nothing to Be Done” trasporti l’orecchio verso paesaggi elettrici ed evocativi sospesi tra wave e psichedelia.
Con la bella “It’s Today Again” e il The Bidston Avenue Primary School Choir (il coro è presente anche in “We Don’t Need Them”, “Nothing to Be Done”, “How Beautiful I Am”) si torna ad un raffinato cantautorato.
“Christinha” è altro brano di pregio, esatta anche nel cambio improvviso di registro; sulle medesime direttrici si muove, con il suo incedere, “How Beautiful I Am” .
La grazia notturna di “Thankfully for Anthony” rappresenta l’ultimo brano cantato e anticipa il trasognato 1:37 della strumentale “Nos Da”, perfetta chiusura per un lavoro discografico capace di mantenere alto, per tutta la sua interezza, qualità e gusto nell’ascolto.
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