Con un titolo bellissimo, ‘Circular Sounds’, il cantautore di San Francisco Kelley Stoltz, in realtà pare originario della costa Est degli Stati Uniti ma trasferitosi in California per fare il musicista, al suo quarto disco, ammorbidisce i suoni, convertendosi dalla bassa fedeltà ad una registrazione sempre domestica ma più professionale, e realizza un discreto album di pop psichedelico, piuttosto ottimistico nei testi e colorato di umori e suoni vorticosi, decisamente stile San Francisco ’67. Nelle 14 canzoni che compongono il lavoro, è soprattutto il duetto voce/pianoforte a creare il terreno su cui i morbidi suoni elettrici, ed il sobrio ricorso al synth, ci ricordano talune romanticherie psichedeliche di Paul McCartney, e di più cantautori ancora inesplosi, tipo Jeremy Warmsley e Richard Swift, o definitivamente inesplosi, come Joseph Arthur. Probabilmente non ancora giunto ad esprimere su disco tutto il suo potenziale, Stoltz non pare avere, ad ogni modo, il talento superlativo e le infinite sfaccettature creative di un altro artista partito da S.Francisco: Beck, riferimento col quale Stoltz mi pare condividere in parte interessi e gusti musicali; piuttosto lo assocerei al newyorkese Adam Green, per un certo senso dell’umorismo in comune. Tirerei in ballo addirittura Sgt.Pepper’s dei Beatles, per fare un paragone seppure irriverente, ma va detto che un’altra caratteristica di questo musicista è il partire dall’ordinario per travisare la realtà, brutta e noiosa, in un caleidoscopio di coloratissime e gioiose immagini piacevoli, senza il ricorso a sostanze acide, ma comunque secondo un procedimento tipico dell’utopia flower power anni 60. Bello il singolo ‘Your Reverie’, forse il punto di forza dell’album, con il suo intruglio di suoni garage fuzz, retrò e moderni al contempo. In queste settimane KS è in tournèe tra l’Australia e la Nuova Zelanda, a Febbraio tornerà negli Usa, in Primavera dovrebbe essere in Europa.
Autore: Fausto Turi