Chiediamo scusa da principio per il ritardo della recensione (l’album è uscito un anno fa). I Vega’s sono quattro ragazzi abruzzesi che hanno deciso che di pop ne avevamo abbastanza, ma in fondo anche la dance non è che sia ben vista, nonostante che un gruppo come i Franz Ferdinand sulla dance ci abbia puntato eccome. Lasciamo stare i FF che, senza offesa per i Vega’s, non c’entrano nulla, c’era un problema; evidentemente piacevano entrambe, pop e dance. Perché non cercare di mescolarle, shakerarle e farci uscire “Popshock”?
Dopo un bel po’ di sbattersi in giro per live set, infatti, i Vega’s infatti hanno riunito, per la One Eyed Fish, 11 brani che ruotano attorno al nocciolo dance pop, stanchi di ripetervi che da questo nocciolo si allargano raggi in varie direzioni, come rock, elettro…
Nonostante fossero all’esordio, un loro pezzo, “Il tuo nemico” è scelto per la colonna sonora de “L’orizzonte degli eventi” di Daniele Vicari (Fandango).
Il problema però è che da quando l’album è uscito, le notizie sui Vega’s latitano.
Ora, che siano migliaia gli album che nascono e muoiono nel giro di un batter d’occhi, è pacifico. Però, nonostante i gusti del recensore che, vi assicuro, sono orientati verso altri porti, non ci sembra giusto che il destino di questo Popshock e dei suoi genitori sia l’oblio. Eppure le loro apparizioni tv ci sono state. Sono stati ospiti, infatti, dei programmi di Red Ronnie “Help” e “Roxy bar”e selezionati per aprire uno dei sei concerti Coca Cola Live@Mtv. La voce di Cristiana Colangelo, tra l’altro è “ospite” nell’album “Funky Farmers” dei Feel Good Productions.
Allora se “Cambio Dimensione” col suo beat discotecaro e “Seleziono impulsi” andrebbero bene “on the dancefloor”, proprio con “Il tuo nemico” i toni si ammorbidiscono, e giustifica la scelta di Vicari, mentre “Limite” e “Sensori”, con la voce sospirata della Colangelo sono più pop, a differenza di “Non è successo niente” e “Quello che hai” che virano più decisamente nel rock.
Forse il problema è l’utilizzo a volte esagerato di sonorità disco, e i troppi alti e bassi (l’attacco alla pubblicità di “Spot”, ad esempio, non è un po’ stereotipato, demagogico?), propri però di un esordio. Sulla scia dei Subsonica più dance, a volte, ma con innesti di suoni e sonorità nuovi e freschi, il gruppo cerca una strada differente da quelle più mainstream (dal quale non si esime il solito indie rock scopiazzato). E per questo li aspettiamo al varco.
Autore: Francesco Raiola