Di Nigel Cole, con Sally Hawkins, Bob Hoskins, Rosamunde Pilke, Miranda Richardson
“We Want Sex”, nel senso di Sex Equality, cosa avevate capito? Dalle fabbriche Ford dell’Essex alla House of Parliament di Londra, una lotta per la parità retributiva femminile che va dal 1968 al 1970, attraverso mesi di contrattazioni sindacali, scioperi in gonnella e paralisi totale della produzione.
Anni di rivoluzione sociale cui non sfuggono le operaie della Ford, sottopagate rispetto agli uomini, benchè specializzate, un fatto più che naturale per l’epoca ma contro il quale decidono di ribellarsi incrociando le braccia compattamente.
La piccola comunità di signore in corsetto e capelli cotonati affida le proprie rivendicazioni alla timida operaia Rita O’Grady -l’attrice Sally Hawkins- che spingerà i cartelli di protesta dai cancelli della fabbrica fino alla Capitale, mobilitando anche altre comunità di lavoratrici del paese. Tra sostegno e solidarietà tra donne schiacciate dal peso del maschio dominante e liti coniugali che insistono sull’eterno motivo dell’inconciliabilità, per una donna, tra famiglia e lavoro, conosciamo la fine della storia: il riconoscimento dei diritti delle donne sul lavoro che, legislativamente, farà il giro del mondo industrializzato in pochi anni.
Per il resto la pellicola, che si inserisce a pieno titolo in quel filone di film sulla working class di cui gli inglesi sono ormai maestri, offre più un contributo storico-documentaristico che una narrazione avvincente. Troppo poco battagliero, nonostante la centralità della protesta, assolutamente poco aggressivo, benchè l’argomento lo permettesse, troppo politically correct nella rappresentazione di un’epoca che pacata non era. La provincia inglese fatta di uomini in bicicletta e panni stesi contribuisce a restituire l’immagine di un’epoca bidimensionale che poco coinvolge lo spettatore, in cui le donne, in fin dei conti, restano comunque sottomesse e devote ai propri focolai.
Poco emoziona la pur brava protagonista Sally Hawkins, ex musa di Mike Leigh; interessante, invece, Miranda Richardson, nei panni della parlamentare “thatcheriana” Barbara Castle. Basato su vicende realmente accadute, nei titoli di coda compaiono i volti delle vere operaie, oggi simpatiche vecchiette, che raccontano le proprie battaglie dei tempi andati.
Autore: Vittoria Romagnuolo