Ci sono quattro ragazzini che sono al Duel:Beat dalle 18.30 circa, e vi giuro che proprio caldo non fa. Sono lì e aspettano che cominci il concerto dei Linea 77; orario previsto le 22. A quei quattro, man mano se ne aggiungono altri, e non si può fare a meno di notare come l’età media sia molto bassa, a stento si raggiunge la maturità (fortunatamente ci pensano quelli di Freakout ad alzarla).
Sono fuori che si godono il sound check del gruppo di Venaria, mentre i ritardatari quello dei Corveleno, il gruppo rap che li precederà, e che prima di loro ha aperto Jovanotti e 50 Cent.
Inizio. I Linea non attaccano neanche la prima nota di “I thought everything was alright” che sotto il palco cominciano, non a pogare, ma a massacrarsi.
Il Duel è completamente assorbito dal crossover sparato a massimo volume e, a dire la verità, dopo un po’ le orecchie chiedono pace. È bene sottolineare come i primi a scatenarsi sono proprio i cinque sul palco, con un Nitto, voce del gruppo assieme a Emo, in forma smagliante, che non si ferma un attimo, neanche quando un ragazzo riesce a salire sul palco, cazzeggiare qualche secondo, farsi fare una fotografia e, degna conclusione, a tuffarsi tra le braccia degli amici che lo aspettavano a braccia tese.
Il repertorio è prevalentemente quello dell’ultimo album, ovviamente. Si comincia come detto con “I thought everything was alright”, per ripescare dal repertorio uno dei pezzi che li ha resi famosi, “Ketchup Suicide” e ancora “Charon” e nel frattempo il pavimento del Duel, rivestito da filamenti multicolore, si copriva man mano di un colore: vinaccia. La batteria di Tozzo, seguito a ruota dalla chitarra di Chinaski e dal basso di Dade, attaccava quindi “Sleepless”, durante la quale il suddetto ragazzo s’impossessa del palco, proseguendo con Fist, passando per “Inno all’odio”, che, dopo essere stata la prescelta dalla Fifa per l’ultimo videogioco calcistico, c’è da scommetterci, li proietterà sempre più sul palcoscenico internazionale, e l’immancabile “Evoluzione”, scelta come primo singolo dell’album, fino alla chiusura, obbligata a dire la verità, con “Fantasma”.
Tanta energia, tanto casino (diciamoci la verità), e un concerto che i ragazzi arrivati al Duel non dimenticheranno facilmente.
Autore: Francesco Raiola
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