I fans della prima ora dei Belle & Sebastian, quelli che avevano riservato un posto d’onere nella propria collezione musicale ad album come Tigermilk o If You Are Feeling Sinister debbono mettersi l’anima in pace. La band di Glasgow guidata da Stuart Murdoch, quella band capace di melodie semplici e commoventi, di toni delicati e malinconici non esiste più.
In quattordici anni le cose possono cambiare e per i Belle & Sebastian le cose sono cambiate in maniera radicale. Isobel Campbell e Stuart David hanno preso altre strade. Il nuovo corso artistico dei ragazzi scozzesi, abbandonata quella maldestra ingenuità giovanile e quel senso di intimità fieramente provinciale, ha portato la band dall’essere una piccola, ma splendida realtà indie al successo pop negli anni zero.
Dopo quattro anni Write about Love ci fornisce un nuovo compendio dei Belle & Sebastian, ma come i precedenti Dear Catastrophe Waitress e The Life Pursuit, Write about Love parla una lingua mainstream. E sebbene l’album segni il ritorno ad un suono più sobrio e asciutto, la vena creativa resta a corrente alternata e la scrittura non sempre ispirata.
Le undici tracce si trascinano, infatti, tra atmosfere ovattate, ma spesso evanescenti, ed un suono fin troppo levigato lasciando un senso di straniamento per la continua alternanza tra pop tradizionale, sprazzi di elettronica e tonalità 60’s.
Ci sono momenti superflui, ma poi, quasi inaspettatamente, scorrendo tra le tracce, ti imbatti in Little Lou, Ugly Jack, Prophet John o The Ghost Of Rockschool con le loro atmosfere vintage intrise di malinconia. E ascoltandole e riascoltandole non puoi far altro che gridare al miracolo e ti ritrovi a pensare che tutto sommato non è detto che i bei tempi, un giorno, non possano tornare.
Autore: Alfredo Amodeo