Anzi tutto, i protagonisti. Innamorati del sound solare che proveniva dalla west coast anni ’70, Shinji Shibayama e Masako Takeda danno vita alla premiata ditta Nagisa Ni Te (giapponese per “on the beach”, chiaro omaggio al capolavoro di Neil Young del 1975) e iniziano a lavorare di chitarra acustica e malinconia. E lavorano bene, perché, superato il primo momento di shock (l’incomprensibilità dei testi, fortunatamente tradotti nel libretto, e le voci in puro stile nipponico fanno la loro parte), il terzo album del duo si apre in tutta la sua semplice bellezza.
“The Same As a Flower” è un invito esplicito, fin dalla copertina, a lasciarsi andare, a fare della musica una terapia salvifica. Con loro il pop rock si spoglia dei suoi nervosismi, diventa un prato fiorito, melodia che illumina e rende felici. Non c’è autocompiacimento o voglia di stupire, semmai il contrario. Fra le tracce anche 12 secondi di pausa: tu chiudi gli occhi, caro ascoltatore, che a farti dimenticare tutto ci pensiamo noi.
E poi sono anche furbetti, ma almeno lo sanno fare bene. Con ‘River’ rubano i due accordi di ‘Heroin’, li passano al rallentatore e ci costruiscono su un pezzo arioso, in un reiterato crescendo vocale che assembra voci su voci, a ripetere la stessa frase (“The river’s flow is the sound of water”); come a dire che ormai quegli accordi appartengono a tutti, e loro li rileggono così, in tono volutamente dimesso. I Led Zeppelin affiorano qua e là, dalla 12 corde di ‘Beyond the Grass’ – che sgrana, ancora una volta in slow motion, la melodia di ‘Tangerine’ – al moog di ‘Bramble’ – che richiama ‘The Rain Song’.
Su tutto aleggia l’immensa figura di Neil Young. David Grubbs li ha definiti una versione più gentile dei Crazy Horse, e quest’album non ci aiuterà a cambiare idea. Un compendio del folk fine anni 60-inizio 70, senza prendersi troppo sul serio. Perché, in fondo, cos’è il pop se non una distrazione lunga tre minuti?
Autore: Andrea Romito