Porta il suo nome originale, Adrian Thaws, il nuovo disco del diavolo del trip hop evoluto Mr. Tricky, un disco che ha sollevato una tempesta di critiche ancor prima della sua uscita. I movimenti che hanno lasciato il segno dell’artista di Bristol sono oramai relegati ad anni fa, tralasciando una data precisa ma sta di fatto che più nulla è riconducibile ai fasti del tempo passato, è un tempo oramai sbocciato e appassito ma questo non sembra scalfirlo d’un centimetro, ma poi si avverte in tutta la sua macroscopica vuotezza, e questo ultimo lavoro ne è la classica prova del nove.
Più che una novità somiglia ad un “return” delle cose che l’artista ha fatto e diluito negli anni addietro, il trip hop, l’electro garage, il sintetismo del sinth e il reggaeton delle notti nicotiniche e al limite delle notti inzuppate di alcool, e appunto cose trite e ritrite all’infinito senza nessuna energia nuova, un perfetto e nostalgico dolce sapore delle colonne sonore del buio pesto clubbing.
A salvare quel poco che c’è di salvabile accorre la voce di Francesca Belmonte (già al suo fianco nel disco precedente, ndd) in quattro brani, Lonnie listen, Something in the way, Nicotine love e I had a dream, una procace sferzata vocale che ravviva un tot di animo sonoro; altri due piccoli cardiopalma sono l’epilettica raveing Why don’t you con l’intervento schizzato di Bella Gotti che raddoppia nel rap gangsta Gangster chronicle, ma poi rimane tutto lì, un ascolto che mastica rancido, di potenza, ma rancido fino al midollo.
Altre guest si palesano nella tracklist come Mykky Bianco, Oh Land, Tirzah, Skit, Nneka – quest’ultima prodiga in un soul blues di gamma Keep me in your shake – a testimoniare quei punti di forza che “dovevano” dare alle fiamme una nuova maledizione urbana di Tricky cosa che – purtroppo – sembra invece essere giunta al capolinea, decisamente.
Con la speranza che il diavolo di Bristol ritorni in sé, giriamo pagina pensando ad altro.
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autore: Max Sannella