Dal nome che si è scelto questo trio di Pescara non è difficile capire che genere suonano: i Fiftyniners fanno rock’n’roll e gli anni ’50 sono il periodo che più li ispira.
Sparano tredici gemme di puro rockabilly e omaggiano Gene Vincent ed Eddie Cochran con punte noir, più per le ambientazioni, che fanno tanto Cramps.
Il trio è spesso scatenato in un rock’n’roll, figlio diretto delle sortite country di Johnny Cash (“Lonely sick star”, “Bullo kid”), e vira spesso anche verso un rock influenzato e che ha uno stretto legame con il punk (“Psychorama”, “Staying on my own”).
Azzeccato poi l’omaggio a Buscaglione con “L’ultima notte”, così come la ballata folk acustica per solo voce e chitarra (“Waiting”), mentre la vibrante “Old rocker” va oltre il ’59 e arriva all’indie rock degli anni ’90 come anche “Alone” che però riconduce i nostri alle radici del rock’n’roll.
Autore: Vittorio Lannutti