Musicraiser colpisce ancora. La piattaforma di raccolta fondi, alla quale si rivolgono molti artisti, ha generato un’altra perlina cantautorale: “E’ in arrivo la tempesta” di Martino Adriani. Svizzero d’origine ma di casa nel Cilento, torna per dar seguito ad “Agrodolce” del 2016 e lo fa proponendo un lotto di 9 canzoni che vibrano per leggerezza e coerenza, offrendo un approccio sensato ed onesto. All’inaugurazione uditiva c’è il singolo “Ariel” che gioca sulla spensieratezza pop ed un giro di chitarra che attracca sùbito nei meandri mnemonici, mentre “Lulù” è una deliziosa ballad, col pianoforte a marcare passi stilosi e dolcezza sottopelle, con il refrain del titolo a vagabondare nella tana dell’orecchio. Gustiamoci ora un “Sorriso”, ma a che prezzo? Che, dall’incalzante fraseggio “…libera,libera,liberati di lui…” non te ne liberi più e, nel bene o nel male, il brano scopre la sua carta vincente. In “Demoni”, come nella conclusiva “Il mio mondo”, si scorgono andazzi pacati , in cui si catturano dilatazioni nostalgiche, grazie a centrati impasti sonori. Invece, con un pregevole dondolare di chitarra acustica, stappa “Bottiglie di chianti”, dal retrogusto folk. Quelle di Martino Adriani sono, essenzialmente, canzoni d’amore ma più introspettive, più dirette e certamente scritte con inchiostro più maturo, figlio della notevole esperienza condivisa su svariati palchi con nomi altisonanti (Marlene Kuntz, Consoli, Stato Sociale, ecc.) . “Per mezz’ora del tuo sguardo” scende a patti oscuri, in cui il narrare diventa ora cupo, poi parlato ed infine concitato, sul filo del blues con venature d’effettistica orientaleggiante. Poi, c’è la digressione pianistica simil-barocco di “Paolo Conte nello stereo” che spiazza chiunque con piacevole leggiadria, mentre chitarre più aspre e la minimalità percussiva di “Paranoic village” portano l’ascolto in àmbiti pop-rock estranianti. A tirar le somme, “E’ in arrivo la tempesta” rappresenta, per Martino, una decisa virata verso un più consapevole mainstream, grattando orizzonti Indie con duttilità scritturale declinando l’ironia, a vantaggio di un linguaggio maggiormente intimistico e raffinato. Se tutte le tempeste fossero cosi, eviteremo pure di aprire l’ombrello per lasciarci inondare da questa piacevole pioggia cantautorale.
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autore: Max Casali