Quando si parla di genere neofolk, o come veniva classificato qualche tempo fa folk apocalittico, è doveroso nominare una delle più importanti e longeve formazioni italiane, gli Ataraxia.
Probabilmente proprio per questo motivo, la Ark Records con Arcana Eco, dedica a loro la prima pubblicazione monografica della collana “Oscura”, presentandola in una versione particolare: libro più cd.
Il libro si presenta con una veste elegante, curata nella grafica e nel contenuto.
164 pagine di scritti di Francesca Nicoli (voce del gruppo) e Ferruccio Filippi (giornalista di varie testate), in cui si ripercorre tutta la produzione musicale degli Ataraxia attraverso la biografia, il racconto delle proprie ispirazioni, la discografia ed una lunga intervista. Il tutto impreziosito da splendide immagini di Livio Tedeschi.
Il libro si divide in sei capitoli, pietra, acqua, passaggi, sogno, contemplazione e luce: le fasi del loro percorso. Gli Ataraxia definiscono “Arcana Eco” come un pellegrinaggio e i capitoli-guida non sono altro che un modo per descrivere metaforicamente le fasi e le tappe del proprio viaggio musicale.
Il libro è accompagnato da un cd di 7 tracce in cui troviamo quattro “exclusive new songs” e tre brani rivisitati.
Arcana eco non deve essere visto come un “best of”; è un lavoro del tutto nuovo in cui la scelta accurata dei brani cerca di racchiudere i vari stili che gli Ataraxia ci hanno proposto in tutti questi anni ed anche le versioni rivisitate dei brani già conosciuti sono arricchimenti delle precedenti e deliziose preziosità musicali.
Alcuni testi dell’album sono frutto dell’ispirazione di Francesca Nicoli, altri sono tratti da brani di Saffo e “Fire in the wood” è ispirato ai versi di Pablo Neruda, ennesima testimonianza del come gli Ataraxia, nel loro stile più classico, riescano sempre ad amalgamare armoniosamente poesia e musica.
Il cd si apre con il brano inedito Cobalt, che ci riporta alle sonorità di “Lost Atlantis” (uno dei lavori più belli e curati di tutta la loro discografia), in cui il connubio tra raffinatezza e armonia è spontaneo e semplice, cinque minuti in cui la propria mente si estranea dalla realtà, portata per mano dalla voce di Francesca.
Il secondo brano ha il nome di Astimelusa (la versione originale faceva parte del “La Malédiction D’Ondine”, 1995) che in questo album viene riproposto in una versione più cupa e piena di pathos; una narrazione sofferta e malinconica.
Segue Mirsilio, altra traccia inedita, in cui l’eleganza degli Ataraxia si mostra a pieno con una melodia lenta e solenne, e la voce di Francesca è di una intensità disarmante.
Quarto brano, ancora un inedito, Fire in the wood, è uno sfoggio di atmosfere antiche e misteriose, in cui loro sono i maestri nel renderle in musica.
Seguono le due nuove versioni di Nossa Senhora dos Anjos (originariamente apparteneva a “Os Cavaleiros Do Templo”, 1998) e la bellissima De Pourpre et d’Argent (ripresa da “Saphir”, 2004), qui riproposta in una versione molto più ampollosa, da loro stessi definita “a baroque divertissment’ version” e del barocco c’è proprio tutto, dalla fastosità alla regalità.
La chiusa dell’album, è l’inedita The Island of Docteur Moreau, melodiosa, semplice e come sempre valorizzata dal cantato di Francesca, forse un po’ diversa dagli Ataraxia a cui eravamo abituati ad ascoltare. Che questo brano sia una nuova strada su cui si stanno per affacciare? Probabilmente un nuovo sentiero per quanto riguarda le sonorità, ma per quanto riguarda lo stile, resta immutato: caratterizzato come sempre dall’eleganza e dalla classe inconfondibile.
Autore: Marianna Caruso