Un buon lavoro che inizia già dalla grafica del cd, sfondo nero, molto essenziale nella forma, decisamente corposo nel contenuto, Tutti Appesi dei Requiem for Paola P., band di Bergamo, si propone come un simpatico passatempo di 10 tracce. Nulla di rivoluzionario ma decisamente piacevole, atmosfere e testi vagamente tardoadolescenziali che regalano tre quarti d’ora di divertimento piuttosto spensierato.
Chitarre in battere e powerchord, ma incollate molto bene al resto, così come risulta interessante anche la prova vocale, fredda e molto ben stracciata, da urlatori. Tutti Appesi si apre bene con Il diavolo sulle colline, e continua allo stesso modo con Esulo ’74 e Marghera.
Forse leggermente ripetitivi nell’impostazione, riescono comunque a offrire un punkrock senza pretese, concetto ancor più evidente in Mecanish in cui tempi e chitarre talvolta riportano alla mente un qualsiasi lavoro dei Dead Kennedys mentre la linea vocale sembra ispirarsi decisamente a quella di Davide “Divi” Autelitano dei Ministri.
Di ampio respiro Ventinove, sesto brano dell’album, power ballad di oltre sette minuti, quasi salmodiante, da ascoltare con un impianto prestante. Uno svettante muro del suono che colpisce in pieno, merito di un basso pulsante quanto basta e simpatiche rifiniture a sei corde che prendono ancor più spazio attorno al terzo minuto, durante una lunga parte strumentale che dura per buona parte della traccia. Ultimo brano dell’album, prima dell’immancabile ghost track, è Mare, dove affondi, un verse-chorus-verse senza troppo da dire ma ugualmente divertente, soprattutto ad alto volume.
Autore: A. Alfredo Capuano