Giovanni Succi, voce e chitarra dei Bachi Da Pietra si è concesso una vacanza per rendere omaggio all’unico cantautore che abbia mai amato: Paolo Conte. “Lampi per macachi”, infatti, è costituito da otto cover dell’avvocato di Asti, riletti e personalizzati da Succi. Gli otto brani vengono quasi esclusivamente suonati con chitarre, batteria ed elettronica, dando così la possibilità di far emergere i tratti blues e rarefatti di questi otto pezzi scarnificati e per certi versi maltrattati o riletti in chiave assolutamente personale.
Tra i brani troviamo sia pezzi celebri come “Un gelato la limon”, resa quasi psichedelica ed oscura, “La fisarmonica di Stradella” un trip hop acustico con un’elettronica che tende ad espandersi, ma che viene puntualmente contenuta, “Diavolo rosso”, nella quale Succi ne evidenzia il tratto blues e lo africanizza, fino a una “Bartali”, unico brano in cui è presente il pianoforte, rallentata, stirata in cui viene perso il lato frizzante.
Tra i brani meno famosi i più riusciti sono “Come mi vuoi” cantata quasi a cappella con Francesca Amati dei Comaneci, nella quale rievocano la coppia Lanegan/Campbell e l’intensissima “Questa sporca vita”, che Succi la rende sua, gridata, quasi strillata, sudata, nella quale più che negli altri sette brani, la voce dei Bachi Da Pietra ne evidenzia il lato blues-waitsiano. Con questo omaggio Succi ci apre ad una nuova prospettiva, rispetto a come si possono omaggiare i propri punti di riferimento.
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autore: Vittorio Lannutti