Tratto dall’omonimo romanzo, edito da La Nave di Teseo , “Il bambino nascosto” di Roberto Andò è il racconto di un apprendimento sentimentale. Sullo sfondo il volto freddo e spietato dell’anima nera di una città in cui, però, è ancora possibile una redenzione di Michela Aprea.
“Ho lavorato una vita per raggiungere questo risultato” è con queste parole che Silvio Orlando ha raccontato la sua interpretazione del professore, un tempo pianista enfant prodige, Gabriele Santoro.
Sullo schermo ha incarnato un uomo che ha lasciato il mondo, la famiglia, gli affetti, per dedicarsi ad una vita ritirata: pochi contatti, pochi passaggi all’esterno, campeggiano la struggente bellezza del centro storico, di Posillipo e del Conservatorio San Pietro a Maiella, in una Napoli in cui alta borghesia e famiglie criminali convivono. Respirano la stessa aria, pur simulando una segregazione, tanto finta quanto labile.
Gabriele ha 64 anni, Ciro (Giuseppe Pirozzi) 10. Nulla li tiene più distanti. Gabriele è immerso nei suoi carteggi, Ciro nella violenza di una città matrigna, disposta a sacrificarlo, pur di mantenere l’ordine delle cose.
Il secondo trova rifugio nella casa del primo, approfitta di un attimo per acquattarsi in casa, fuori lo cercano, il ragazzino è finito in un brutto affare e Gabriele come un personaggio di hitchcochiana memoria sa già tutto, ha intuito, ha origliato. Sa che quel bambino non è lì per caso. Ma rappresenta una sfida per l’uomo e l’artista. Per l’uomo perché lo metterà di fronte ad un grande dilemma, quello tra Giustizia e Amore, affidato nel film, al cammeo, magistrale, di Roberto Herlitzka, il padre di Gabriele, giudice integerrimo e pentito. “Tra la Giustizia e l’Amore” si lascerà confessare al figlio “avrei scelto di più l’amore”, lasciando a quest’ultimo il dovere etico di una scelta che non è solo morale, ma si fa decisione di vita totale e aprendo così un varco di sublime dolcezza in un film in cui è il distacco, a caratterizzare i rapporti tra gli esseri umani. Unica eccezione, la relazione tra Gabriele e Ciro di cui assistiamo al lento approssimarsi, al carsico avvicinarsi.
Orlando ha definito quella tra il suo Gabriele e Ciro un apprendistato sentimentale. Durante l’evoluzione della loro vicenda i due si studiano, imparano a conoscersi e, anche, a volersi bene. Sono entrambi soli, esuli in un mondo fuori che gli è nemico. Poco importa che le facce siano note, amichevoli o familiari. Il caso ha voluto che siano l’uno a prendersi cura dell’altro in un contesto in cui le donne sono inesistenti e altrimenti sottomesse e l’amore materno, come quello filiale, una variabile tra le altre. L’amicizia – che è più solidarietà tra lazzari, esuli, ultimi – è l’unico legame possibile in una città orfana.
Un’interpretazione magistrale quella di Silvio Orlando capace di portare sullo schermo una rappresentazione sublime della pietas, che per l’attore diventa pure occasione per portare a compimento il tentativo di una vita da attore e finalmente incarnare il principio heideggeriano dell’essere. “Il lavoro dell’attore – ha detto durante un’intervista alla Fondazione Premio Napoli – è un lungo lavoro per raggiungere questo risultato, diventare sé stesso”.
Il film è stato presentato Fuori Concorso durante l’ultima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
IL BAMBINO NASCOSTO
Data di uscita: 03 novembre 2021
Genere: Drammatico
Regia: Roberto Andò
Attori: Silvio Orlando, Giuseppe Pirozzi, Lino Musella, Imma Villa, Salvatore Striano, Roberto Herlitzka, Tonino Taiuti, Alfonso Postiglione, Claudio Di Palma, Sergio Basile, Enzo Casertano, Francesco Di Leva, Gianfelice Imparato
Paese: Italia
Durata: 110 min
Distribuzione: 01 Distribution
Sceneggiatura: Roberto Andò
Fotografia: Maurizio Calvesi, Lia Pasqualino
Montaggio: Esmeralda Calabria
Produzione: BiBi Film TV con Rai Cinema