I tedeschi Lali Puna, gà alfieri dell’ indie-tronica tedesca degli anni 2000; attivi sulla scena internazionale dal 1998 con il primo EP Snooze, confermano di essere dei veri cultori delle sonorità elettroniche. Già dal primo disco, Tridecoder, ci avevano sorpresi con ritmiche oniriche e leggere, spezzate da momenti di inaspettata rapidità e una spensieratezza che rimandava ai Notwist (di cui faceva simultaneamente parte il chitarrista Markus Acher) e Isan, senza dimenticare gli Human League, dei quali realizzano un tributo, con il rifacimento della canzone Together in Electric Dreams, inserito nel disco-tributo alla band inglese intitolato Reproductions. In questo terzo album i Lali Puna osano di più, sperimentando techno ed electrodance. Dal surrealismo sognante dei primi lavori ci si trova trasportati in una discoteca di Monaco, confusi da luci lampeggianti, atmosfere sensuali e dalla voce dannatamente erotica e trascinante della vocalist Valerie Trabeljahr. Un dj nostrano, dalla sua postazione, mixa la musica e ci incita a scatenarci tenendo alta la mano sopra la sua testa. È un paradiso di neon e fumi colorati e cubiste fluorescenti e sigarette e drink soda e lime. Momenti di natura cosmica e altisonante si alternano a tutto questo, come in Deep Dream. La musica si fa più elegante e nostalgica e gli animi si placano in una riflessione profonda e meditativa. Con Wonderland e Birds Flying High si torna temporaneamente a scatenarsi sulla dance floor, ma da The Bucket fino alla fine dell’album prevarrà la stessa nostalgia di pezzi come Insomnia di Electric President e la voce impalpabile e suadente, che richiama a più riprese quella di una veterana della scena indie-pop berlinese, Masha Qrella. Un disco eclettico, un tragitto importante, una storia perduta tra i fumi dei rave, i moti del cuore e i sogni ad occhi aperti.
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autrice: Rossella Gazzelloni