Tristema: dal featuring con Daniel Gildenlöw dei Pain Of Salvation al nuovo cortometraggio, “L’impercorribile”, passando per le aperture live ad artisti quali P.F.M., Vasco Rossi e Rezophonic.
Abbiamo fatto qualche domanda alla band cilentana per addentrarci meglio nel loro mondo.
Prima di tutto le presentazioni: chi sono i Tristema?
Sono quattro ragazzi che cercano di farsi largo in questo mare pieno di gruppi/cantanti proponendo un sound particolare ma nello stesso tempo accessibile a diverse tipologie di ascoltatori.
La vostra nuova prova in studio, “Dove tutto è possibile”, ha un sacco di sonorità differenti tra loro, di brano in brano, nonostante riusciate a dare un tocco personale a tutto il lavoro: come nascono i vostri brani e quali sono le vostre influenze?
Con il nuovo album abbiamo voluto dare sfogo a tutto quello che avevamo appresso in questi anni dall’uscita di “Come ti vorrei”, nel 2007. L’album, come hai già accennato, e ricco di sonorità: Si passa dall’elettronica al rock più diretto, dalle armonie classiche andando verso sonorità più folk però conservando sempre di base la musica tradizionale italiana. La creazione di un brano è sempre qualcosa di astratto. Si può dire che nasce tutto per caso. Di base c’è una forte ricerca per le melodie e la sperimentazione: ognuno di noi contribuisce con le proprie personali influenze che, fin dall’inizio del progetto, sono state diverse.
Su “Dove tutto è possibile” ospitate vari personaggi del panorama musicale, dei Fuossera a Paola Salurso, ma di sicuro l’ospite “importante” è Daniel Gildenlöw dei Pain Of Salvation: parlateci di questa vostra collaborazione.
Chi ci conosce e ci segue sa molto bene che siamo dei grandi fan dei Pain of Salvation e della musica scandinava. Alessandro (chitarra/voce/tastiere) ha sempre seguito la band anche all’estero, rimanendo così in contatto con Daniel. In fase di post produzione ci siamo ritrovati con questo brano davvero particolare con delle sonorità che ricordavano vagamente i Pain. E così, senza perdere tempo, ci siamo sentiti con Daniel e, per non portartela alla lunga, ci siamo ritrovati le sue tracce nella nostra e-mail: un’emozione che non dimenticheremo mai.
Mentre con Fuossera e Paola Salurso com’è nata la collaborazione?
I Fuossera e Paola Salurso sono nostri grandi amici, degli artisti che stimiamo e che volevamo assolutamente nel nostro album. Abbiamo scritto due brani appositamente per loro, due brani che valorizzassero la loro realtà e il loro modo di fare musica. Due brani che sono completamente opposti: “La penisola che non c’è” (con i Fuossera) è un brano dalle tematiche sociali miscelato a una massiccia dose di rock; “L’eclissi” (con Paola Salurso) è invece una romantica ballad folk arricchita dalla fisarmonica del maestro Francesco Citera, dal contrabbasso di Rocco Basile e dalla batteria di Marco Bruno, tutti artisti della nostra terra, il Cilento.
A quali artisti si rifanno i Tristema?
Sai, abbiamo sempre un po’ di difficoltà a rispondere questa domanda. Ognuno di noi ha ascoltato tanta musica e anche diversa: Pain of Salvation, Anathema, Katatonia, Paolo Benvegnù, Rackmaninov sono alcuni dei pochissimi artisti che ascoltiamo. Potremmo stare ore a elencarvi tutta la musica che amiamo.
Se doveste definire la vostra musica che parole usereste?
Supercalifragilistichespiralidoso (ride).
Di cosa parlano, invece, i testi dei Tristema?
Esperienze di vita, attimi e ricordi: il quotidiano che ogni persona, nel bene e nel male, affronta..
Siete attivi dal 2007, dalla pubblicazione del vostro primo lavoro in studio, “Come ti vorrei”: cos’è cambiato in questi anni?
Come già accennavamo prima, in questi anni siamo maturati sotto tutti gli aspetti. Le esperienze musicali e umane ti fanno capire cosa è giusto e cosa è sbagliato senza però chiudersi in troppe regole… regole che spesso rovinano la musica italiana.
Dal vivo avete aperto a un sacco di band, dalla P.F.M. a Vasco Rossi: come ci si sente a condividere il palco con questi “mostri sacri”?
Brividi. Sono quelle esperienze che ti cambiano e ti fanno credere sempre di più nella tua piccola realtà. Ci vorrebbero più occasioni del genere, per tutti: è un modo pulito e meraviglioso per farsi conoscere e stare a contatto con i massimi esponenti della musica.
Mario è una persona speciale, una di quelle persone che trasuda emozione e adrenalina solo a guardarlo. I Rezophonic, come molti di voi già sapranno, sono una realtà a sfondo benefico, con uno staff di artisti di fama internazionale come Cristina Scabbia, Caparezza, Roy Paci, Olly Riva, ecc… Aprire i loro live è sempre un’esperienza meravigliosa e diversa, dovuta soprattutto ai loro cambi di line-up. Supportate questa realtà: buona musica fatta da chi di cuore ne ha tanto.
Uno dei vostri ultimi lavori è il corto tratto dal brano “L’impercorribile”: parlateci di questo lavoro e qual è, in generale, il vostro rapporto con la cinematografia?
“L’impercorribile” è stato un esperimento davvero particolare. Ci siamo ritrovati con un copione in mano e a recitare per 3 giorni, dalla mattina alla sera. Andrea Cilento, il nostro regista che cura tutti i nostri video, ha voluto trasformare quello che è un classico video musicale in un vero è proprio cortometraggio: un’esperienza indimenticabile. Il cinema? naturalmente ognuno di noi ha i propri gusti videoludici, però ti possiamo dire che seguiamo molto, oltre al cinema mondiale, anche quello underground. Così come per la musica, ci sono tanti registi, attori, sceneggiatori nella scena emergente che meriterebbero più visibilità.
Progetti attuali e futuri?
Adesso siamo concentrati nel portare dal vivo “Dove tutto è possibile”, ma non ti nascondiamo che stiamo buttando giù qualche idea per un futuro album, o chi lo sa… per un nuovo singolo con una featuring di livello nazionale/internazionale. Vi aspettiamo sui nostri canali.
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autore: Giuseppe Galato