Il giovane Liam Blake si è formato sulla musica West Coast degli anni ’70, da Neil Young al trio Crosby Stills e Nash, fino a Joni Mitchell. Come compositore di architetture musicali, si avvertono anche influenze più classiche come Gershwin, ma la sua musica non resta legata alla tradizione quanto piuttosto si muove nel tentativo di innovarla, o meglio di aggiornarla, senza tuttavia particolari sperimentazioni.
La base folk nell’album d’esordio You and Other Stories, pubblicato da Helium/Cooperative Music, è immediatamente avvertibile.
Fondamentali restano gli arpeggi di chitarra, a volte acustica, il piano, e pochi ma studiati interventi degli altri strumenti fondamentali, dalla batteria alla chitarra elettrica.
Il risultato è un piacevolissimo pop-folk, che nei suoi momenti migliori vive di ballate malinconiche e/o romantiche molto sentite e forti, a volte davvero da brividi, anche grazie alla sua intensissima voce (For Your Sake, che apre l’album, è l’esempio migliore, ma anche Sinner and Saints, che invece lo chiude, o Feather, Coming or Going, Gipsy Fireflies), e qui davvero ricorda il folk lirico dei grandissimi cantautori del passato, da Dylan a Joan Baez, ma anche la sua versione più recente e stimolante, quella degli indie folk-singer di oggi alla Josh Tillman a Peter Broderick.
Nei sui momenti meno riusciti, invece, (Heart and Soul, Simon, Tell me Beth do you Recall) non va oltre un pop melodico ben strutturato e piacevole all’ascolto, alla Jack Johnson o James Blunt, ma poco suggestivo o innovativo.
Complessivamente l’esordio è più che positivo, e l’ascolto è degno di lode per gli amanti del genere. Non si arriva a vette da capolavoro, né l’album fa gridare al genio, ma di certo Liam Blake è un altro tassello che si aggiunge alla sempre più folta schiera di giullari-trovatori folk che stanno ravvivando la tradizione atlantica.
Autore: Francesco Postiglione