Punk-rock? Sì, no, forse. E poi, quanto è importante stabilirlo? E poi da qualche anno a questa parte sono successe un po’ di cose, a New York, sicuramente, ma anche altrove, relativamente vicino (Washington DC) o lontano (San Francisco): new-(new-)wave, dance-punk, post-punk. Forse è proprio quest’ultima denominazione che, nella fattispecie, ci può essere di maggior aiuto, ma ci sono cose, fatti, band che non possono essere spiegati compiutamente con 2-parole-2, per quanto le stesse, oggetto di polveroni spesso e volentieri sollevati, tornino molto convenienti, e non solo a chi scrive (a buon intenditor…).
Ad ogni modo la matrice post-punk sembra essere l’imprescindibile seme da cui sia fiorito l’intricato sound dei Les Savy Fav. Li si direbbe della capitale, perfetti per uscire su Dischord (con la rabbia anticapitalista che manifestano, poi…), e invece la Grande Mela è sempre lì in agguato quando qualcosa di “cool” – ma anche boiate terribili, occhio – sta accadendo. E cool è, prima di ogni discorso sulla musica, questa raccolta di singoli a firma Tim Harrington e soci. Non un semplice raccoglitore di quanto uscito su formato breve nel corso degli anni, ma un progetto che vede la sua genesi già nel concepimento dei primissimi singoli – e parliamo del 1997 o giù di lì –, e che vuole premiare anche chi non ha mostrato fedeltà e dedizione nel procurarsi, singolo dopo singolo, tutto l’output “non-album” dei Les Savy Fav.
9 singoli per 18 brani, quindi. Si parte dall’attualità, quindi, ed è un’attualità in cui si respira l’aria densa di elettricità del NY-sound nervoso e danzereccio (‘Meet Me in the Dollar Bin’, ‘Hold On to Your Genre’, ‘We’ll Make a Lover of You’, l’incalzante ‘The Sweat Descends’), quello dalla chitarra tagliente, dal cantato “fomentato” e spesso coralizzato all’unisono, dai contorni electro (l’incipit della opening-track) che spiazzano l’ascolto.
Evoluzione? Beh, nella fattispecie si dovrebbe parlare di involuzione visto l’ordine cronologico inverso dei brani. Ma non è così nitida da individuare, a meno di non voler confrontare “brutalmente” traccia 1 e traccia 18, con quest’ultima che testimonia come i Les Savy Fav nascano sì come gruppo punk, ma con una spiccata preferenza per i cambi di marcia dissonanti piuttosto che per il riff trainante fatto per stamparsi nei timpani. Quelli che potrebbero sembrare episodi “acerbi” (le anthemiche ‘Fading Vibes’ e ‘Knowing How the World Knows’, la feroce ‘Obsessed with the Excess’) ricadono nella prima metà (recente) di “Inches”, laddove nella metà più datata trovano posto brani che potrebbero significare un’evoluzione definitivamente raggiunta (la geniale ‘Yawn Yawn Yawn’, la “dramatic reading” da dialogo di sci-fi movie di un tempo di ‘Reformat’ e le cadenze oscure della sua stessa versione “live”).
E, almeno per le stampe iniziali del disco, non finisce qui il package. La sorpresa è nel doppio fondo, con un DVD contenente video, riprese live (da uno show “domestico”, a Brooklyn, nel 2003), screen saver e altri piccoli bonus. Vincolati dal non poter attivare una codifica americana (“motivi amministrativi”, recita un pop-up – ossia?!), non possiamo che segnalare fidate impressioni altrui: i surreali teatrini on stage del lungo-barbuto Tim Harrington (ma che razza di frontman!!) e, in generale, lo spettacolo a cui – anche grazie agli altri band-members – un live set dei Les Savy Fav assurge, e il video di ‘Who Rocks the Body’ (in cui Tim chiede a un coniglio “who rocks the party that rocks the bunny?”). E mentre ripasso in loop i singoli, mi prendo il tempo di trovare un DVD pienamente funzionante, e magari ci si risente…
Autore: Bob Villani