Sono bastati due anni per Nick Zammuto e Paul de Jong per aggiornare ed implementare il bagaglio rumoristico appartenuto al duo sin dagli esordi, ed arrivare puntualmente attesi dai fans, alla terza uscita con “Lost and Safe”.
Senza voler ripercorrere le tappe della loro produzione discografica, quest’ultimo album sottolinea ulteriormente, per chi ancora non se ne fosse accorto, la particolare tecnica compositiva, fatta di cut-up e di sorgenti sonore organiche, esattamente innescate nella struttura cantautorale delle loro composizioni.
Se la mia affermazione potrebbe apparire inverosimile, tale non è, in quanto The Books pur non tralasciando gli esercizi d’avanguardia che caratterizzava anche il precedente The lemon of pink, si propongono innanzitutto di comporre un album di canzoni, dall’ambito inatteso, a volte anche grottesche ed inverosimili, ma pur sempre canzoni, dall’andamento irregolare e sconnesso per i ripetuti campionamenti che vi applicano.
È con questo particolare indirizzo che i loro album vanno tranquillamente etichettati nell’ambito “folktronico” soluzione alla quale essi stessi fanno espressamente riferimento quando si tratta di indicare un orientamento negli ascoltatori.
Autore: g.ancora