Fairweather Friend, il secondo disco degli Umbrellas dopo l’esordio omonimo del 2021, è uscito a inizio 2024 per etichetta Slumberland records/Tough Love. La band di San Francisco, nata intorno al leggendario negozio di dischi Amoeba Music, e composta da Morgan Stanley, Matt Ferrera con il bassista Nick Oka, e la batteria di Keith Frerichs piazza con il secondo album una importante conferma delle positivissime impressioni dell’esordio, bilanciando la forza sonica delle loro esibizioni dal vivo con il ricamo del lavoro di studio. Il primo singolo, Three Cheers!, con la regia video di Michael Cruz, è anche la prima traccia del disco, subito piazzata per dare energia e ritmo. Say What You Mean rappresenta poi tutto quello che sono gli Umbrellas: la capacità di giocare con melodie facili ma godibili, il gioco delle voci femminili e maschili, una certa dolcezza melodica che però non rinuncia a ritmi rock.
When You Find Out completa questa rappresentazione, questo biglietto da visita di cosa sono gli Umbrellas: una comunità in cui tutti contano, in cui tutte le voci contano. “Suona diversa da qualsiasi altra canzone avessimo scritto prima. Dimostra quanto siamo cresciuti. La reciproca fiducia ci ha portato a costruire queste canzoni. Decisamente uno sforzo comune, di squadra”.
Fedeli alla loro linea indie, le dieci canzoni del disco non superano mai i 3 minuti e mezzo salvo due casi, e tutto fila veloce, dinamico, ritmato, arrivando con Games quasi a non superare i due minuti, eppure la canzone è piacevole, completa, allegra e deliziosa all’ascolto. Tutte le dieci canzoni si sono sviluppate in sessioni cominciate nel Novembre 2022 in uno spazio che Matt ha creato nel suo scantinato, e ci sono voluti circa quattro mesi per completarle. Se può sembrare poco, beh, questa è una novità del secondo disco perché nell’album d’esordio i tempi di produzione furono ancora più veloci, mentre questa volta i quattro ragazzi di San Francisco dicono di aver voluto prendere il loro tempo per lavorare alle canzoni anche in post-produzione.
Ciò fa capire il loro stile, la loro dinamica: canzoni brevi, al fulmicotone, scaturite subito e senza tanti fronzoli, che non vogliono essere sperimentali ma quasi punk, e che ricordano i primi Chumbawamba anche per la loro veste scanzonatamente e gioiosamente anarchica
Solo la ballata acustica Blue non si sposa abbastanza bene col resto del disco: proprio perché gli episodi acustici e eccessivamente romantici non si adattano tanto a questa band, che ha l’indie così tanto nelle corde da non riuscire altrettanto bene quando cerca di muoversi in altri sentieri.
Non è certo una band da capolavori che resteranno nella storia della musica, né una band di talenti creativi che tirino fuori dai loro strumenti qualcosa di veramente mai sentito, ma certamente con gli Umbrellas l’ascoltatore si diverte per una buona mezz’ora a sentire musica piacevole scorrevole e certamente sincera e genuina.
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