Problematica comune a tutti quegli artisti di lungo corso alle prese con un nuovo album risulta essere la direzione da prendere.
Pensateci, in molti dicono come sia difficile la seconda o la terza prova discografica, ma chi, come nel caso dei Calexico, è giunto alla sua nona, corre molti più rischi di esser giudicato ormai bollito.
Il segreto, spesso, è quello di inserire elementi diversi rispetto al passato, senza perdere di vista la propria identità. La band di Joey Burns e John Convertino ha voluto seguire una simile via quando si è trattato di mettere mano al loro ultimo disco The Thread That Keeps Us.
Appare quasi strano ascoltarli flirtare col rock in maniera decisa (tipo nel primo singolo End of the World With You o in altri brani, quali Bridge to Nowhere e Dead in the Water) o strizzare l’occhio al funk pur non affondando il colpo (Under the Wheels, Another Space).
In assoluto, ovviamente, stiamo parlando di scelte stilistiche che non aprono chissà quali orizzonti inediti, però, nel percorso dei nostri rappresentano, ad ogni modo, una ventata di freschezza.
D’altro canto, da parecchio tempo, il gruppo statunitense propende insistentemente su di una forma canzone alquanto canonica, prodotta in maniera asciutta anche grazie al prezioso contributo del fido Craig Schumacher, mettendo così in risalto una voglia di “normalizzazione” che non ha creato, sin qui, danni irreparabili.
Sul versante delle certezze consolidate, il pezzo dalle forti spezie latine c’è (Flores y Tamales), i brevi interludi strumentali pure (Spinball, Unconditional Waltz, Shortboard) e la matrice “Americana”, vero marchio di fabbrica della casa, ricompare a varie riprese durante la scaletta (Girl in the Forrest, Music Box, The Town & Miss Lorraine).
Per grosse linee è questo il quadro della situazione che ci siamo trovati di fronte. Nulla che faccia gridare al miracolo, beneinteso, eppure The Thread That Keeps Us ha un suo perché e non denota cedimenti grossolani da minimo sindacale. Che poi lo si possa considerare opera di transizione, ci sta…
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Autore: LucaMauro Assante