Dopo 10 anni di attività nella musica indipendente, i toscani Tomviolence sono stati costretti a mutare il proprio nome in Waldo Beat Collision da un’inquietante vicenda che qui di seguito ricostruiamo con loro. Solo il nome cambia, ad ogni modo: la band è sempre in buona forma.
Riassumiamo la vostra vicenda recente: siete un quintetto, ed avete iniziato a suonare nel 2001 con il nome di Tomviolence, nome mutuato dal titolo di un vecchio brano dei Sonic Youth del 1986 che si chiama Tom Violence, appunto. Avevate tre dischi all’attivo, poi nel 2007 scoprite che negli Stati Uniti, in Alabama, c’è questo presunto, fantomatico dj (difficilissimo trovare in rete concrete testimonianze di una sua almeno amatoriale attività artistica, in realtà…) che utilizza il vostro stesso nome d’arte e che proprio quell’anno ha registrato un trademark del nome media.zibb.com/trademark/tomviolence/30459645 – anch’egli lo scrive tutto attaccato: Tomviolence – che inizia ad inviarvi delle mail sempre più minacciose ed offensive, tra propositi di querela e la promessa di ammazzarvi. Scoprite poi che è un tipo ossessivo, più volte arrestato per stalking, che perseguita chiunque nel Mondo usi quel nome.
Dopo anni di vessazioni e fastidi, stanchi, avete deciso pochi mesi fa di cambiare il vostro nome in Waldo Beat Collision. E’ andata così?
Sì direi proprio di sì. La situazione è degenerata negli ultimi anni, quando lo psicopatico ha iniziato a farci bannare da vari siti e a far bannare chi ci stava in qualche modo intorno. Poi sono arrivate le minacce di querela e si parlava di milioni… Megalomane?!? È quando ci ha creato seri problemi anche alla distribuzione che, censurate pure, ci siamo presi le palle in mano e abbiamo deciso di cambiare il nome definitivamente. Niente di così tremendamente difficile, abbiamo colto l’occasione al volo… stiamo scrivendo pezzi nuovi e come al solito stiamo dando un’altra bella sterzata. I cambiamenti non ci spaventano, anzi ci stimolano, e questo accomuna tutti i componenti degli Waldo Beat Collision. Non c’è reticenza nel cambiamento, come abbiamo detto più volte, nel cambiamento c’è sempre un gran potenziale di buono, basta saperlo sfruttare… e a noi piace.
Come va adesso? Siete almeno riusciti a risolvere il problema?
Direi di si, adesso va bene. Il presunto Dj non si è fatto più sentire, forse l’hanno arrestato nuovamente… speriamo.
Immagino che musicalmente, ed anche psicologicamente, il cambio di nome non corrisponda in ogni caso ad una reale soppressione della vostra entità musicale, ed alla nascita di una nuova, o dobbiamo aspettarci di fatto un progetto artistico nuovo di zecca? La continuità artistica sarà totale?
No, come spiegato, niente soppressione di entità. Il progetto Waldo è la naturale evoluzione del progetto Tomviolence. Il nome è solo un’etichetta da attaccare a un’idea, niente di più. Ciò che conta è l’idea.
Questo cambio di nome in che misura pensate vi potrà penalizzare, dal punto di vista promozionale? Il cambio del nome della band è avvenuto quando già avevate ormai terminato la promozione del vostro ultimo disco, intitolato God is Busy, ultima pubblicazione a nome Tomviolence?
“God is busy” è il punto di svolta, il brano “A suite, fake hair, a diamond smile”, è stato registrato come Tomviolence ma è uscito adesso come primo video degli Waldo Beat Collision. Il video è stato pensato e filmato dal bel gruppo Blanket, con i quali ormai collaboriamo da un po’ di tempo. Cambiare nome non è come iniziare nuovamente da capo, ti porti dietro comunque quanto fatto come Tomviolence. I collegamenti tra Waldo e Tomviolence li trovi ovunque, in rete e dal vivo continueremo a suonare i nostri pezzi indipendentemente dal nome. A livello promozionale il cambio del nome può causare danni effettivamente, ma se vincolato da una storia assurda come questa (ancora stentiamo a crederci), può rappresentare una leva promozionale… del resto voi stessi ci state chiedendo un’intervista.
God is Busy è stato un disco basato su un’idea poetica precisa: i 7 brani che lo compongono sono storie con un filo conduttore, ovvero la domanda: Dio esiste? O, come talvolta sembra, è troppo impegnato per occuparsi del Mondo? L’idea di questo tema è nata, immagino, osservando le tante cose che nel Mondo proprio non vanno… In alcuni brani – ‘The Wizard’, per esempio – vi rivolgete poi direttamente a Dio, chiedendo spiegazioni precise; in ‘Me vs. You’ addirittura cercate Dio su Facebook…
Domanda dalla risposta complessa per sintetizzarla in poche parole. Proviamoci: credo che “God Is Busy” sia una miscela di stati d’animo, la rabbia su tutti. È un disco sincero, nato di getto, avevamo cose da dire. Diciamo, per rispondere alla domanda, che il disco non è nato come conseguenza di un’idea di concept. Ci siamo resi conto che stavamo scrivendo pezzi con un tema unico e particolarmente violenti. Ci siamo resi conto che quello che avevamo in testa si stava velocemente concretizzando. Nel gruppo – scriviamo tutti – ognuno porta la propria bozza di pezzo, poi insieme la arrangiamo e la lavoriamo fino a renderla canzone. Per i brani dell’ep questo processo ha portato a scrivere pezzi con questo tema. Dio su facebbok? Secondo noi c’è veramente.
La copertina di God is Busy è molto particolare. Ogni volta che la ripongo nella custodia la ritrovo cambiata, a seconda di come la piego, e di come la ruoto. Chi l’ha realizzata? Di che posto si tratta?
È esattamente quello che volevamo. Con Iacopo Lietti, in arte Legno, abbiamo pensato esattamente a una copertina multiface. La location è un lago termale, non saprei dove, con dentro una famiglia normalissima con accanto un grosso teschio. Il senso vero e proprio della copertina andrebbe chiesto a Iacopo, lui ci ha semplicemente detto che il disco l’aveva ispirato. A noi è piaciuta molto. That’s all.
Il vostro progetto musicale su due piedi si direbbe che può avere ambizioni d’esportazione; vi siete già verificati, suonando all’estero?
No non ancora, un passo alla volta. Ci siamo chiesti più volte se fosse il caso di continuare a scrivere in inglese, essendo italiani. Lo facciamo esclusivamente perché, per adesso, ci riesce e piace così. Nel futuro vedremo. Non vogliamo chiudere le porte a eventuali e ulteriori cambiamenti.
State lavorando su nuove canzoni? A quando la pubblicazione di un disco a nome Waldo Beat Collision?
Sì, siamo nel bel mezzo del processo creativo. Stiamo scrivendo pezzi nuovi e ci stiamo divertendo ancora una volta. Come sempre non ci siamo posti una linea guida o un obiettivo, stiamo componendo in pena libertà creativa. Differentemente dagli altri album, stiamo più attenti alle strutture dei pezzi, vorremmo riuscire a comporre brani valorizzando maggiormente le parti che meritano, vorremmo rendere centrali le chitarre e le linee vocali. Come per gli altri album siamo molto concentrati sui suoni, cerchiamo anche stavolta qualcosa di nuovo, mantenendo comunque i nostri colori distintivi. Speriamo di uscire entro il 2013.
Come avete escogitato il nuovo nome? Avete già verificato che non esista da qualche parte nel Mondo un qualche vostro collega paranoico che si chiama così?
Durante una prova, anzi a fine prove, iniziammo a sparare nomi, ridendo. Poi Waldo Beat Collision ci sembrò a tutti storto al punto giusto, ci fece ridere più degli altri. Fatto! Trovato il nome dopo dieci anni di Tomviolence. Ripeto, quello che cambia è semplicemente un’etichetta non l’idea che ci sta dietro. Comunque Waldo Beat Collision è una dicitura presente nel booklet di un cd degli italiani Nando meet corrosion, che non esistono più ma sono stati informati per tempo…
www.tomviolence.it
www.facebook.com/tomv.godisbusy
autore: Fausto Turi
Waldo Beat Collision – A suit, fake hair, a diamond smile on MUZU.TV.