Synth e pose sexy, tastierine e doppi sensi, giochetti bondage con sottofondi electro, centinaia di occhi addosso di voyeur pseudo-alternativi intrappolati nella rete. Divertimento e irriverenza punky.
Ecco a voi Tying Tiffany, suicide girl italiana (non avete idea di cosa significhi? Date un’occhiata alla sezione “extra” in fondo alla recensione) con la passione per la musica, e il suo primo disco.
Una raccolta di brani diretti e ballabili, tra (solite) rimembranze anni ’80, chitarre distorte ed estetica – a tratti – vagamente industrial/dark. Vicina per attitudine a personaggi come Peaches, Lesbians On Ecstacy, Electrocute e Chicks On Speed, Tiffany celebra il suo approccio smaccatamente “only for fun” con brani incredibilmente catchy, come l’ottima “Honey Doll” (bass-line che cita Moroder e ritornello di quelli che ci piacerebbe sentire in radio), strampalate citazioni surf-rock con samples di cani che abbaiano (“Running bastard”), impertinenti filastrocche elettroniche (“Sugar boy, sugar girl”), rock’n’roll sguaiato frullato con i sintetizzatori (“I wanna be your mp3”) e simpatici siparietti (“Telekoma”: breve cronaca di una telefonata impossibile durante un rave techno).
Poco più di mezz’ora di puro divertimento.
Autore: Daniele Lama