Saranno quei riflessi blu presenti in tutte le foto del booklet del cd (copertina compresa).
E le chitarre a volte rumorose, a volte (o contemporaneamente) acustiche e pulite. E quella piccola elettronica a completare la sezione ritmica tradizionale di basso e batteria. E poi il Glockenspiel, il pianoforte e le tastiere analogiche e digitali.
Saranno i testi intimisti ma non personali degni del migliore Marco Parente o di Paolo Benvegnù, che produce artisticamente tutti i pezzi e presente con la voce in un paio.
Sarà questa continua sensazione di essere poco distanti da una linea di confine, musicale e non, da qualcosa che non permette di respirare a pieni polmoni: fermi, bisogna restare fermi e ascoltare.
Non è un cd che si può facilmente ascoltare in compagnia, a meno di restare in silenzio per quasi un’ora e scambiarsi solo qualche sguardo: non è facile, ma non succede anche con gli ultimi Radiohead?
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Autore: Massimiliano Zambetta