Ciò che non t’aspetti a volte è ciò che già conosci. Le lezione stavolta attinge dai Phantom Limbs. Alternative Tentacles, West Coast. Punk, inevitabilmente. Per il resto è rimasto a occhi sgranati persino lo stesso Jello Biafra. Un immaginario gotico che affonda tanto nella “tradizione” garage –horror dei 60 quanto negli episodi più tetri della new-wave 70-80 (Siouxsie & the Banshees in primis). Un incubo che si materializza attraverso lancinanti fendenti di organo e reso ancor più angoscioso dalle disperate vocals di Hopeless (da non perdere, dicono, le sue live performances con epilogo “nature” o ricoperto di vernice grigia e appendici di misteriosa provenienza) e dal macabro pedigree suo e degli altri membri, ancora lesi da esperienze dai nomi raccapriccianti come Organ grinders of Hell, Annihilation, Anal Kitties, Black Ice.
“Displacement”, terza prova dei Limbs su AT, è quindi un ossessivo faccia a faccia con i più oscuri episodi teatrali mitteleuropei affidati al servizio funebre (per non dire decomposizione) di old-school punk e rock mortifero. Tutta roba che sappiamo ma da cui ci siamo sempre, per istinto di conservazione, tenuti alla debita distanza. Hopeless e compagnia, forti delle loro caustiche allucinazioni, ci hanno costruito la loro personale bottega degli orrori musicale, tanto spettacolarmente splatter quanto perversamente psicologica. Poco più di mezz’ora senz’alcuna tregua. E poca voglia di rituffarcisi dentro, benchè lo meriti.
Autore: Bob Villani