autore: Vittorio Lannutti
Il vecchio leone canadese non è ancora pronto per la pensione. Per fortuna!
Al pari di altri grandi rocker che viaggiano trai 60 ed i 71 anni (Bob Dylan, Bruce Springsteen, i Rolling Stones, Paul McCartney) anche Neil Young ha ancora molto da dire e da fare.
Negli ultimi cinque anni Young non solo ha pubblicato cinque dischi, di cui almeno tre, compreso questo, di ottima fattura, ma si è anche cimentato come autore della sua biografia, che in Italia sarà pubblicata questo gennaio dalla Feltrinelli, sia nella creazione di un nuovo lettore musicale ad alta definizione, quindi è un “dinosauro” a indicarci la strada delle nuove tecnologie per la fruizione del rock!
Come la E Street Band di Springsteen i Crazy Horse sono sempre disponibili quando il capo chiama e i risultati sono, ovviamente, ottimi.
Sia chiaro non c’è da aspettarsi niente di particolarmente innovativo nel sound di questo nuovo lavoro; Neil Young non ha più nulla da dimostrare dal punto di vista artistico e con questo doppio album, in quasi un’ora e mezza di musica, riavvolge la sua storia con il suo stile standard fatto di ballatone elettriche, fragorose e andando oltre il noise mettendo d’accordo gli appassionati della noise-music con quelli del sound tipicamente Americano.
D’altronde è ormai storia che il canadese si sia rivelato la più grande fonte di ispirazione per molti grungers, a partire dai Pearl Jam.
La lunga durata del disco sembra molto più estesa per l’intensità dei brani, a partire dalla chilometrica “Driftin’ back”, che dura più di ventisette minuti. Tuttavia, il disco scorre bene e sarà proprio l’intensità che rende i brani piacevoli e mai noiosi, anzi sempre eccitanti, perché Young con le sue svisate, con le sue fughe o ballate riesce a comunicare molto più che con le parole, almeno in questo disco.
Tuttavia, alcuni brani intensi e particolarmente significativi, si registrano anche in questo lavoro a partire dalla già citata “Driftin’back”, nella quale fa i conti con la frustrazione perchè non può sempre esprimere la sua rabbia, o ancora in “Born in Ontaio”, dove il nostro parla con dignità ed orgoglio delle sue radici, ma senza nessuna forma di sciovinismo.
La sua devozione a Bob Dylan viene confermata in “Twisted road”, nella quale lo ringrazia per la grandezza di un brano come “Like a rolling stone”.
Anche in questo caso Neil Young ha dimostrato di avere quella capacità di trasformare le debolezze, o i sentimenti, più semplici in punti di forza, tanto da renderli epici, una caratteristica propria dei grandi uomini.
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Questa la tracklist dell’album:
Disc One:
01. Driftin’ Back (27:36)
02. Psychedelic Pill (3:26)
03. Ramada Inn (16:49)
04. Born In Ontario (3:49)
Disc Two:
01. Twisted Road (3:28)
02. She’s Always Dancing (8:33)
03. For The Love Of Man (4:13)
04. Walk Like A Giant (16:27)