Sergio Nazzaro, nel suo precedente “Per fortuna che c’ho la camorra”, ha scritto, appunto, di camorra, così come succederà nel prossimo “Mafiafrica” (uscirà per Fazi Editore), che sarà, come dice lo stesso autore, “il primo libro ad affrontare in maniera organica la mafia africana presente in Italia” e continua: “Sarà un libro che darà una traccia, la mia personale visione del problema, mantenendo fede all’oggettività dei fatti. Un tema delicato, complesso”. Delicato e complesso come quello di uno dei due libri che escono tra i due libri sulla malavita napoletana. Il primo si chiama “Dubai Confidential”, romanzo ambientato a Dubai, che affronta in maniera quasi preveggente il crack di qualche settimana fa nell’emirato arabo, e un libro intervista a uno dei protagonisti delle scorse elezioni europee: Luigi De Magistris.
Dubai Confidential, uscito qualche settimana fa per Elliott Edizioni (pp 142) è un libro che, ci spiega Nazzaro, nasce “dalla curiosità, dal mio viaggiare spesso a Dubai per lavoro. Dal voler comprendere una società complessa e non banale. Una società all’apparenza fatta di super grattacieli e lusso, ma che invece sottaceva molte tradizioni culturali e religiose che cercavano una propria integrazione con l’Occidente salvaguardando la tradizione ma cercando anche di salvaguardare il futuro economico della città di Dubai e gli equilibri della regione del Golfo”. Di come nascono i suoi libri, ma anche dei Co’Sang, della musica che ascolta e altro abbiamo parlato proprio con lo scrittore campano (ma nato in Svizzera e residente a Roma), che ci ha spiegato da insider (è un consulente per i mercati esteri) quello che è successo a Dubai ovvero che “stanno venendo a galla alcuni problemi profondi (…) Il Governo di Dubai “scarica” la sua controllata. Da una parte agisce con correttezza, responsabilizzando la propria controllata, cioè Dubai World e le banche che hanno prestato a pioggia, pensando che Dubai avrebbe sempre coperto tutte le esposizioni. Però, il Governo di Dubai perché non ha implementato controllo più rigidi? Ha permesso che le banche e le sue controllate facessero come desideravano? E per quale motivo?”
Nazzaro ci porta porta per mano in questa storia di agenti immobiliari, ambasciatori, costruttori, manovali sfruttati, deserto, caldo, spie e puttane. Un mondo fatto di ricchezza sfrenata e povertà e sfruttamento, una cronaca romanzata che si è svelata davanti ai nostri occhi poche settimane fa. “Quando i prezzi raggiungono cifre da capogiro, per un metro quadro nel deserto, è chiaro che la speculazione sta montando e la bolla è prossima da venire – continua Nazzaro portandoci per mano nel mondo dorato di Dubai – Ma che tu ne parli, che tu sottolinei come questo comportamento è illogico, ti risponderanno sempre che a comandare è il mercato. Questo vale tanto per l’Occidente quanto per l’Oriente”. Dubai un po’ come l’Italia: speculazione, mazzette, prostituzione, sfruttamento e tantissima povertà. “Mi premeva far emergere il lato oscuro di Dubai, perché c’è molta arroganza da parte degli emiratini che credono che va tutto bene e che il loro paese è il migliore del mondo. Si può ripetere tranquillamente il paragone con l’Italia”, ma Dubai è anche altro ci dice lo scrittore, è “la possibilità di una società multirazziale, multiculturale, e multi religiosa, senza che sia mai in conflitto”, ma come sempre “il denaro sta distruggendo questa parte di Dubai che, invece, è veramente un grande conseguimento sociale, culturale e se vogliamo dirlo, politico”.
Valentino, uno dei protagonisti del libro, fa l’agente immobiliare a Dubai e improvvisamente si trova a fronteggiare l’enorme richiesta di vendita da parte dei suoi clienti, dopo l’abbuffata iniziale; quasi una preveggenza questa. Lo scrittore ce lo spiega così: “Quando le azioni salgono nessuno vende, perché si spera di guadagnare sempre di più. Appena si perde si vuole vendere per limitare le perdite. Normale e naturale. E’ interessante vedere l’aggressività dei cosiddetti piccoli investitori. Prima puntano sul tavolo da gioco e poi cercano a chi dare la colpa, senza osservare mai la propria avidità. Ci sono, anche, tanti altri piccoli investitori che invece dovrebbero essere maggiormente tutelati dalle leggi di Dubai. La verità è che ora tocca alle banche, quindi il crollo in borsa. Finché sono cifre piccole, beh i governi occidentali se ne sono lavati le mani e Dubai ha cambiato molte leggi a suo favore, anzi a favore dei costruttori”.
Nazzaro, abbiamo detto, non vive in Campania, ma la conosce molto bene avendoci vissuto una trentina d’anni. Ne conosce le storture, gli anfratti, la legge con la lente della malavita, una delle prospettive da cui è possibile interpretare la realtà campana. La conosce bene Nazzaro, da ben prima che Gomorra diventasse il fenomeno che conosciamo, tanto da inventare il termine Agro Cemento per descrivere la zona dimenticata delle terre della Domitiana. Ma a che punto è Napoli oggi, anche in seguito agli arresti di questi ultimi mesi? “L’azione di contrasto sul piano militare, giudiziario è fondamentale. Ma i passi avanti si fanno con lo sviluppo economico. Indipendenza economica, indipendenza politica. Finché il lavoro rimane un cappio al collo, e non una libera scelta di vita e di crescita umana i passi avanti non si fanno”, poi esce in mezzo il discorso Co’ Sang e della loro Mumento d’onestà, un’accusa a chi ha cercato di speculare sul fenomeno Gomorra. “Conosco la canzone e personalmente mi piace moltissimo. Semplicemente mette le carte in tavola. Molti si appropriano del dolore e della sofferenza per puri e semplici scopi personali. E’ una verità. Non solo è una verità, ma sembra che oggi in Italia sia più facile indagare sulla camorra, la mafia, la massoneria che su determinati meccanismi editoriali e culturali. Quasi che a sfidare le criminalità organizzate si paghi meno pegno di quando si fronteggi un determinato blocco di opinione o di martiri mediatici” e continua andandoci giù duro: “Alla fine dei conti la stampa e l’editoria italiana hanno bisogno di un gran bel momento di onestà. Come si spiega altrimenti l’oscuramento che subisce Giulio Cavalli, l’unico attore di teatro sotto scorta in Europa? E’ andato al Quirinale per i premi De Sica e gli Olimpici del Teatro, bene né Repubblica, né il Corriere della Sera ne hanno parlato. Neanche un accenno. Che le denuncie di Cavalli non sono buone, reali, non sono mediatiche perché non gioca a fare il martire o si vende al sistema editoriale? Qual è la risposta giusta? Per adesso rimane il fatto che è stato bellamente ignorato, e non per dire, riceve una minaccia al giorno dalla Ndrangheta annidata in Lombardia. Stranamente Fabio Fazio non l’ho invitato neanche una volta a Che Tempo che fa, ma Bocelli due volte, così come Zucchero”.
E a parte i Co’ Sang cosa ascolta Nazzaro? Presto detto, basta chiederglielo su Skype: Rammstein, Yann Tiersen, Cohen, Touch and Go, Moby, Dj Tiesto, Lisa Gerrard, i Napoleon un gruppo ungherese, la Budapest Klezmer Band, gli Ottoni dei balcani,i Kraftwerk, i Laibach dalla Slovenia, i Motorhead, Aznavour passando per gli Squallor e arrivando alle fughe di Bach.
Ma se dovesse consigliarci un paio di gruppi giovani? I Camera Complesso e gli Orange Beach (www.myspace.com/theorangebeach) e Tracce Popolari (www.myspace.com/traccepopolari) vera musica indie nel senso di avere un grande coraggio a cercare di uscire dai confini della provincia Italia: i Camera Complesso con nuove sonorità che rimandano alla tradizione del sud con una strizzata d’occhio a Nyman, Bregovic e Tiersen. I Tracce Popolari vanno alle radici della musica popolare e gli Orange Beach… beh il loro slogan dice tutto: IN FUZZ WE TRUST!!!!
Autore: Francesco Raiola
www.sergionazzaro.com