Il regista Robert Altman è morto in ospedale a Los Angeles, ieri, martedì 21 novembre. Era nato a Kansas City il 20 febbraio 1925, ottantuno anni fa. Niente celebrazione-coccodrillo di circostanza stavolta: preferiamo ricordarlo elencando i titoli della sua filmografia-fiume. Che ricordano l’artista sicuramente meglio di un de profundis, scritto per dovere di cronaca. Da Nashville a Mash. Da Health a Popeye-Braccio di Ferro. Radio America, l’ultimo della serie, ci aveva fatto un po’ storcere il naso. Ma è stato, come spesso si dice in questi casi, profetico. Parla di un angelo della morte sempre presente, incombente in maniera dolce sulle vicende umane. Vi si mettono in scena personaggi romantici di un’America country, candida, tenace e pioniera che non c’è più. Sono fantasmi che lasciano più di un insegnamento per le generazioni che verranno.
(2006) Radio America (2003) The Company (2002) Voltage (2001) Gosford Park (2000) Il dottor T e le donne (1999) La fortuna di Cookie (1998) Conflitto di interessi (1997) Gun (Serie tv) (1996) Jazz ’34 (1996) Kansas City (1994) Prêt-à-Porter (1993) America oggi (1992) McTeague (Film tv) (1992) I protagonisti (1990) Vincent & Theo (1988) Tanner ’88 (Miniserie tv) (1988) The Caine Mutiny Court-Martial (1987) Aria (1987) Basements (Film tv) (1987) Terapia di gruppo (1987) The Dumb Waiter (1985) Follia d’amore (1985) Non giocate con il cactus (1985) The Laundromat (Tv) (1984) Secret Honor (1983) Streamers (1982) Jimmy Dean, Jimmy Dean (1982) Two by South (Film tv) (1980) Popeye – Braccio di ferro (1979) H.E.A.L.T.H. (1979) Una coppia perfetta (1979) Quintet (1978) Un matrimonio (1977) Tre donne (1976) Buffalo Bill e gli indiani: ovvero la lezione di storia di Toro Seduto (1975) Nashville (1974) California poker (1974) Gang (1973) Il lungo addio (1972) Images (1971) I compari (1970) Anche gli uccelli uccidono (1970) Mash (1969) Quel freddo giorno nel parco (1968) Conto alla rovescia (1965) The Katherine Reed Story (1965) Pot au feu (1965)
Altman vinse la Palma d’Oro a Cannes nel 1970 per “M*A*S*H”, l’Orso d’Oro a Berlino nel 1976 per “Buffalo Bill e gli indiani”, il Leone d’Oro Venezia nel 1993 per “America Oggi” e il Golden Globe come miglior regista nel 2002 per “Gosford Park”.
Lo scorso 5 marzo aveva ricevuto il meritato premio Oscar alla carriera. Appena in tempo.
Autore: S. Ch.