Sicuramente quello di Erica Quitzow non è un roboante nome da prima pagina e oltre tutto il suo nuovo disco (siglato Quitzow) risulta sì molto fresco, ma non sempre stuzzicante al punto giusto. Eppure, non saprei nemmeno dire bene perché (forse perché intuivo un fiero spirito indie?), il personaggio mi ha incuriosito fin da subito e l’avvicinarsi del suo tour italiano (cinque date fissate nella prima settimana di dicembre) mi è sembrata l’occasione perfetta per approfondire la conoscenza di Erica.
Ma ancora vi ho detto poco o niente di lei, e qualche notazione in più è doverosa: la Quitzow è cantante e multi-strumentista e insieme al compagno di avventure Gary Leavitt (in arte Setting Sun) ha fondato e dirige la piccola etichetta statunitense Young Love Records; i due tra l’altro collaborano attivamente ai progetti musicali dell’altro/altra. L’ultimo lavoro di Erica, a cui accennavo prima, si intitola “Art college” e colleziona tutti insieme sbuffi electro (“Sponsor” (it didnt’ mean a thing)”), hip-hop di plastica (“Peanut”), disco-funk stilizzata (“On TV!), singhiozzi per archi (“Love”), r’n’b ciondolante (“Rhythm machine”) e synth-pop malizioso (“Better than ever”); l’ultimo full lenght di Setting Sun invece – nel quale Erica compare come seconda voce suonando anche il violino, il violoncello e la batteria – si intitola “Children of the wild”, disco pure questo eclettico (un connubio tra Sparklehorse e Money Mark?) e dai buoni spunti pop, con un tangibile substrato folk.
Ho raggiunto Erica via mail e ho fatto appena in tempo a spedirle questa intervista che dopo poche ore ho visto arrivare le risposte nella mia casella di posta. Massima disponibilità quindi, e anche massima schiettezza da parte di un’artista che non ha esitato a confessarci le proprie paure e le proprie passioni, le proprie fragilità e i propri desideri di intimo rinnovamento.
Ciao Erica! La Young Love Records è una sorta di piccola famiglia composta da te e Gary Leavitt: puoi raccontarci qualcosa di più sulla storia dell’etichetta e sul tuo sodalizio con Gary? Il catalogo al momento include solo lavori di Quitzow e Setting Sun, la “famiglia” si allargherà in futuro?
Ciao! Noi lo nominiamo collettivo, tuttavia mi piace “piccola famiglia”. Suona bene. Gary ed io abbiamo tirato fuori il progetto di una piattaforma per realizzare i nostri dischi l’ultimo anno che abbiamo vissuto a Los Angeles. A quel tempo stavo rompendo i rapporti con una band e stavo iniziando a suonare la batteria con Setting Sun. Volevamo creare una visione per il nostro futuro artistico, e le parole Young Love rappresentano legami positivi. Ci muoviamo con l’idea di aggiungere altri nomi al nostro roster, ma vogliamo gruppi o solisti che siano scrupolosi e abbiano pianificato come andare in tour e ciascuno curi la propria promozione o stia lavorando con un’agenzia di promozione.
L’autoproduzione è una scelta o una necessità?
Assolutamente una scelta! Adoro lavorare con altre persone a volte, ma amo trascorrere molto tempo da sola in studio. Curo personalmente tutta la parte tecnica ed entro in una zona e un ritmo che è totalmente diverso rispetto a quello che si prova lavorando con un ingegnere del suono. E’ una sfida fantastica tradurre le idee musicali in parole, e un modo di esercitarsi a comunicare, ma risulta lento e scomodo. Mi piace che le mie idee prendano istantaneamente forma dalle mie mani come un esperimento, poi se non funziona lo cancello velocemente e provo altre nuove idee. Gary mixa i miei brani e spesso offre idee successive per arrangiamenti. Ho produttori che si offrono di lavorare insieme e sono disposta a provare, ma immagino anche che farò sempre il mio lavoro da sola.
La musica è la tua unica attività o hai un’altra occupazione per il sostentamento quotidiano?
Beh, la musica è quasi la mia attività a tempo pieno. Insegno musica come principale fonte di reddito. Spesso penso che dovrei diversificare la mia vita! Ho iniziato a tingere i miei capelli ultimamente, è un hobby. Oh, cucino sformati e torte. E leggo!
“Art college” è un album electro-pop con varie atmosfere, frizzante e talvolta più ombroso, pazzo e talvolta più prevedibile, ma sempre pieno di entusiasmo! Se i brani sono lo specchio perfetto della tua personalità, ti immagino carica di energie, radiosa e umorale al tempo stesso… mi sbaglio? E quale canzone ti rappresenta meglio?
Sono lusingata, ma come persona sono piuttosto cupa! Creo musica felice e pazza nel tentativo di trascinare me stessa e gli altri fuori da quello che considero un futuro abbastanza triste per l’umanità. Esamino quali potrebbero essere i sintomi del riscaldamento globale mentre passo il tempo con i bambini, è deprimente! Sto manifestando un bisogno maniacale di divertirmi e vivere la vita a dispetto del decadimento che mi circonda. Ma mi sto sentendo meglio da quando Obama ha vinto le nostre elezioni. E’ abbastanza estremo questo cambiamento avvenuto dentro di me e dentro le persone che mi circondano, siamo molto più ottimisti riguardo al futuro. Gli americani sembrano improvvisamente disposti a sacrificarsi di più, ad essere meno ingordi e più prudenti. Penso che i liberali, le minoranze e i giovani si sentano dotati di un potere adesso, come se i loro sforzi non siano stati vani. Forse adesso inizierò a fare folk, canzoni a contenuto ecologico sulla speranza e sul vivere in armonia con la terra!
Ascoltando “Art college”, mi sono venute in mente la musica di Peaches e certe cose dal catalogo della berlinese Monika… Quali sono le reali influenze dei tuoi suoni?
Amo assolutamente ciò che fa Peaches, ma stavo già facendo sonorità simili quando uscì il suo primo album. Riconoscevo alcuni suoni simili, ma siamo anche molto diverse. La sua musica è minimale, cosa che apprezzo. Io tendo a vagabondare sul lato affollato della strada, attualmente. Amo il contrappunto e l’armonia, così li sovrappongo in continuazione. Dalla mia ex compagna di band Jennifer Turner sono stata avvicinata all’uso dell’MPC, il quale è diventato una parte enorme del mio suono. E’ una drum-machine molto usata nell’hip hop, Dr Dre usa spesso classici suoni MPC. L’hip hop è una grossa influenza sul mio suono, il moog e l’MPC sono usati in un modo molto simile. Sono cresciuta ascoltando i Beatles e in particolare i loro arrangiamenti d’archi sono una fonte d’ispirazione. Da giovane ho ascoltato anche il primo pop elettronico come Yaz e New Order, e credo che lo si possa sentire nelle canzoni.
Presentaci il lavoro di Gary Leavitt come Setting Sun attraverso una breve recensione del suo ultimo “Children of the wild”.
Beh, ad essere sincera in questo momento sono maggiormente eccitata dal nuovo ep di Setting Sun “Children of the Remix”. Sono stata molto presa da “Children of the wild” e la mia vita nel frattempo è andata avanti. “Children of the remix” è assolutamente brillante. Consiste di una nuova canzone, di tre remix da “Children of the wild” e di una canzone ri-registrata in una nuova battuta metrica. E’ densamente rigoglioso e sperimentale, eppure assai orecchiabile e bello. Sinceramente è il mio disco favorito del momento. E’ musica pop innovativa. Spero di non star diventando troppo drammatica, mi piace davvero. Mi fa venire in mente tutto il territorio non mappato rimasto in questa forma d’arte relativamente nuova, sia essa la musica rock o pop. Adoro i nuovi suoni che sono accessibili all’istante, in un certo modo nostalgici.
In dicembre sarai in Italia per alcuni concerti, quali sono le tue aspettative?
Trovo molto difficile non avere aspettative, e se le formulo, cerco di mantenerle ad un basso livello. Onestamente riscontro uno strano andamento nei tour e nelle esibizioni, di solito i concerti che penso saranno splendidi si rivelano un fiasco, e viceversa. Sento che in generale in Europa le persone sono più riservate ai concerti rock. Capita lo stesso nelle grandi città americane, le persone ballano meno rispetto alle piccole città e alle aree rurali. L’Europa è una cultura più vecchia, probabilmente più civilizzata. L’America è ancora il selvaggio west, noi siamo il Texas del mondo occidentale, nel bene o nel male.
Conosci (e ascolti) artisti/gruppi italiani?
Sì! Amo i Canadians e i Mojomatics. Due gruppi meravigliosi entrambi su Ghost Records.
Sogni e progetti per il nuovo anno?
Voglio che non salti per aria nessuna apparecchiatura in seguito a miei errori nel convertire la mia attrezzatura americana agli standards elettrici europei! Poi voglio assorbire la cultura europea e spero che la mia visione idealizzata di essa non venga offuscata troppo drasticamente!
Ho il progetto di trascorrere la prima parte del 2009 registrando probabilmente un altro album e di andare in tour il resto dell’anno.
E queste sono le date dell’imminente tour italiano di Quitzow e Setting Sun:
2 dicembre – Castelfidardo (Ancona), Soppalco
3 dicembre – Milano, Rocket
4 dicembre – Roma, Traffic
5 dicembre – Bari, Timezones Festival
6 dicembre – Pescara, Mono Fest 08Autore: Guido Gambacorta
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