A volte ritornano. Amerigo Verardi, nome di rilievo nella scena underground italiana, sulla quale, camaleontico, è più volte apparso sia come chitarrista-cantante-compositore in band come Allison Run e Lula, sia in veste di produttore di gruppi di peso come Baustelle, Sonica e Virginiana Miller, ci presenta ora il suo progetto nuovo di zecca, Lotus, ed un disco, “Nessuno è innocente”, piacevole e ricco di spunti interessanti. Un disco che si sviluppa tra atmosfere clamorosamente vintage attraversate con eleganza e momenti che propongono l’aspetto più pop e tradizionale, se vogliamo quasi beatlesiano, del rock. Scenari psichedelici, ballate melodiose ed un sarcasmo poetico sorretto dal buon gusto e mai dalla banalità, che si rivela nei testi delle canzoni e nei (frequenti) virtuosismi tra le tracce del disco. Canzoni d’amore, di odio stizzoso, ambientazioni altalenanti e descrizioni fedeli di momenti che acquistano, così, un significato. Senza trascurare i camei eccellenti, tra gli altri Manuel Agnelli, che presta la propria voce ai cori di “Io sono il re”, e Francesco Bianconi dei Baustelle, che canta una parte della vera e propria suite che dà il titolo all’album. Un’avvertenza importante: non abbiate fretta. Il disco si svela a poco a poco, e se all’inizio, al primo, frettoloso ascolto, richiama alla mente, in blocco, tutta la produzione del rock italiano “d’autore” degli ultimi anni, trova da solo, un po’ alla volta, la strada per sfoderare la classe ed originalità di cui, sicuramente, è carico.
Autore: Selma