Il quarzo è un materiale che viene utilizzato anche per scandire il tempo, quello utilizzato dai Bachi da Pietra è un tempo ridotto all’osso e granitico.
Il sound del duo Succi/Dorella è diventato ormai un marchio di fabbrica inconfondibile e di cui è sempre più difficile farne a meno.
“Quarzo” è il loro quarto disco in studio che segue “Tarlo terzo”. In mezzo un paio di mesi fa il duo ha pubblicato il live (anche con dvd) “Insect tracks”.
In questo ultimo lavoro il sound da cui parte tutto è sempre un blues minimale, essenziale e caratterizzato da liriche come sempre asciutte, puntuali e dirette, ma sempre efficaci e contenenti un’alta dose di poeticità.
“Quarzo” presenta anche un lieve, ma interessante, novità musicale: l’utilizzo del pianoforte nel brano “Non è vero quello che dicono”, lo strumento in questo caso è il perfetto accompagnatore di un blues dell’anima ben cadenzato nella sua lentezza mai stancante.
In fondo questo disco mantiene un tema comune, che è quello di un tempo (o forse di un sistema) che stritola l’individuo in un meccanismo da cui sembra impossibile venir fuori, anche se alla fine i Bachi concedono all’ascoltatore un sollievo in “Fine pena”.
Il duo introduce l’ascoltatore in questo disco con “Pietra della gogna”, brano fatto di una tribalità minimale, ipnotica e quasi mantrica nella consapevolezza dell’umiliazione che vive l’individuo. A seguire “Bignami”, nei quali sono presenti dei piacevoli riferimenti aiFugazi stilizzati e dove spiccano perle poetiche come “Lama nel fango che fai da specchio/su cosa affonda il suo fare l’insetto/affida ancora al segno un senso?”.
Magnetica è, invece, “Dragamine” con sonorità più aperte, mentre “Niente come la pelle” è intriso del mantra del blues africano. Si giunge poi a “Notte delle blatte” già presente in “Insect tracks”, brano altamente waitsiano, e alla straniante circolarità di “Pietra per pane”.
“Orologeria” è un maledetto blues di altissima scuola, e con “Fine pena” si raggiunge finalmente la catarsi con la sua soffusa lentezza.
“Quarzo” un disco prezioso, intriso di una qualità sempre più rara. È vera arte!!!
Autore: Vittorio Lannutti