Non lasciatevi ingannare dal prepotente approccio folk-rock dell’opener Babele; dopo due album, due e.p. e tantissime serate on stage con i grandi nomi dell’indie mainstream italiano anche gli Io?Drama possono aspirare a buon diritto a quel mondo, la maturità sicuramente è giunta, anche grazie alla continua attività live di Fabrizio Pollio che ha contribuito a tenere alta la tensione creativa.
Son ritornati dopo quattro anni i milanesi Io?Drama (il precedente album Da Consumarsi Entro la Fine risale al 2010 se si esclude l’e.p. Mortepolitana del 2012) e tra qualche cambio nella line-up e nella strumentazione si presentano oggi con un album quale Non resta Che Perdersi il cui senso di compiutezza è molto forte.
E buona parte di merito va sicuramente al violino di Vito Gatto, ora poetico, ora teso, ma sempre protagonista e che eleva questa vena rock melodica esplicitata attraverso racconti/ricordi in cui ironia e amare riflessioni sono suggerite da un linguaggio molto semplice.
Al di là di qualche ‘momento Subsonica’, la traccia che spicca per l’uso originale della voce che si lascia andare in una strana sorta di furioso neo-prog (impossibile non cantarla) è Grooviera.
Sacrosanta verità quella che fare il musicista oggi non è il massimo delle idee, ma tanta stima per la resistenza ed il coraggio.
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autore: A. Giulio Magliulo