I bozzetti siculi di Tornatore rappresenteranno l’Italia negli Usa
Sarà Baaria, il colossal semibiografico diretto da Giuseppe Tornatore, il film che rappresenterà l’Italia nella cosa all’Oscar.
L’opera del regista – che ha già conquistato l’ambita statuetta nell’89 con Nuovo Cinema Paradiso – l’ha spuntata allo splendido “Fortapasc” di Marco Riso e a Vincere di Marco Bellocchio. Gli altri film in lizza, “Si può fare” di Giulio Manfredonia e “Il Grande Sogno” di Michele Placido.
I tredici della giuria italiana, una commissione istituita dall’Anica e incaricata della scelta del film da presentare alla massima kermesse americana, dimostra ancora una volta la miopia e la scarsa intraprendenza del cinema italiano.
La pellicola di Tornatore, un viaggio lungo la storia della cittadina di Bagheria (alle porte di Palermo) che vorrebbe strizzare l’occhio al Novecento bertolucciano, è una lunga carrellata di volti noti del cinema e della televisione nostrani, un affresco scialbo e inconsistente che si regge in piedi solo grazie all’imponente forza delle immagini di Enrico Lucidi.
Il film era in concorso durante l’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Autore: Michela Aprea