Qualcuno griderebbe allo scandalo, se parlassimo di una band che nel 2005 ripropone una sorta di glam rock che strizza l’occhio agli Sweet e ai Cheap Trick, filtrato da un power pop caro agli ultimi Green Day. No, non è uno scandalo e neanche una cosa demodè. Gli Tsar dimostrano, nel loro ‘Band Girls Money’, che tutto questo è possibile senza risultare, appunto, triste e commerciale. Certo, la ricerca della melodia è assoluta e, qualche volta, addirittura fastidiosa ma, nel complesso, appare raggiunta. Nella ballad ‘You Can’t Always Want What You Get’ il singer Jeff Whalen ricorda moltissimo Brett Michaels dei Poison mentre in ‘Conqueror Worm’ e in ‘Startime’ si bada più alla potenza ed immediatezza rispetto alla facile fruizione.
Ad un primo ascolto potrebbero sembrare una di quelle solite band per adolescenti, ma gli Tsar affondano i colpi nelle chitarre distorte, in canzoni veloci, orecchiabili e fondamentalmente solide. La cover finale di ‘Rebel Rouser’, cavallo di battaglia degli indimenticati Sweet, conferma che lo spirito di questi losangelini è più vicino al glam anni ’80 che al power pop ultima scuola. Dunque non lasciamoci abbagliare dalle apparenze…
Autore: Andrea Belfiore