Non solo Underworld, Daft Punk ed euro disco 90’s ma anche tanto melodico 80’s in varietà Alphaville, Visage, Eurythimcs e Desireless (quelli di Voyage Voyage!). Animal è il primo long playing degli inglesi Autokratz, due giovanotti che dalla banlieu londinese scaraventano undici tracce hype nella rete estesa. Presentato come primo disco, Animal segue in realtà le fortunate sorti di un primissimo minialbum (pubblicato lo scorso anno sotto la sigla “Down & Out In Paris & London”) di cui tra l’altro ripropone più di una traccia (“Stay the same” e “Last Show”) e ne estromette altrettante di significativo impatto (“Reaktor” e “Hearts”). Scelte opinabili e di marketing a parte, il debut album apre con “Always more” che lascia ingoiare pillole dark in confezione nu disco. “Stay the same” è già sintonizzata su frequenza a banda larga, rigorosamente estiva, esplosioni di beat e stelle cadenti. “The idiots are winning” intreccia vocoder irriverenti a synth sbizzarriti e batterie punk funk. “Speak in silence” naviga in alto mare in compagnia dell’amica La Roux. Il ritornello sintetico di “Can’t stand without” ha in sé gli ingredienti della più classica traccia dance pop d’inizio millennio: è un loop fresco, digitale e globalizzato. E’ la traccia del disco in cui l’emulazione dei Crystal Castles, depurati di malinconiche vestigia, splende di irresistibili micro suoni . “What you want what you got” è space wave con inchiostro scandinavo che strizza l’occhio ai Digitalism e Simian Mobile Disco, già co- membri della scuderia d’incisone, la chat – label Kitsunè. “Past your heart” aspetta solo di essere lanciata al più scanzonato e strafottente dei dancefloor. “Human highway” è un malriuscito tentativo bleep and bass indecentemente 90’s. “Last Show” è la traccia di chiusura con annessa dichiarazione di origine controllata Autokratz.
Il disco suona a tratti balearico, sinuose onde in un oceano inquinato. Partiture sonore sporche eppure maledettamente immediate. Effetti patinati e grezzi ma incredibilmente movin’: del resto l’impronta distintiva resta elettronica per teen – clubbers. Consigliati bandana e occhiali da sole, pastelli a cera, spillette e attrezzatura fluorescente. Astenersi musoni e over 30 alle prese con l’oscuro dilemma dei contenuti: è un disco divertente e non è per sempre.
Autore: Antonio Ciano