LP5 è il nuovo album di Apparat, uscito lo scorso 22 marzo, non tarda a far parlare di sé. Sorprendente, pieno, equilibrato e nato in collaborazione con il violoncellista Philipp Thimm.
Se da un lato si notano legami con il passato, la collaborazione Moderat e qualche richiamo a Yorke, la strada percorsa è nuova. Il risultato è un’opera più matura e di maniacale rifinitura, un lavoro dalla straordinaria semplicità ma dall’estremo impatto.
L’album si schiude alla fine. Un salto nell’onirico, un lento sprofondare nei sogni, nell’oblio. Poche note giuste, esatte e minimal, sono elementi ricorrenti dell’album. Il proemio di questa odissea elettronica è VOI_DO che apre questo viaggio verticale, un’atmosfera di trance,voce ariosa e moltiplicata in una eco distorta.
“Dawn” è un brano dall’atmosfera oscura e tensiva: un susseguirsi di battiti, un cuore elettronico pulsa a ritmo di un incalzante crescendo di suoni, si uniscono a gocce di note che rompono gli equilibri, è un gioco di contrasti.
Rimandi nella ritmica all’album In Rainbows dei Radiohead, ma è solo parte della commistione di suoni molteplici e perfettamente fusi alla voce. La protagonista è la batteria siamo in pieno ambient d’n’b. Sullo sfondo suoni ultramoderni che dirigono il viaggio in un’atmosfera spaziale, la stessa che ritroviamo, più lenta in “Laminar Flow”.
“Heroist” e l’ambiente intimo che sfocia irrimediabilmente nell’irreale e nella più pura elettronica. Breve ma intenso “Means of Entry”: strumentale, poche note di piano, vibrante, nebbiosa.
“Brandenburg” è un canto gregoriano-elettronico, caratterizzato da una solenne profondità. Appare quasi come un antico canto di guerra, gli archi tenui appaiono e la sinfonia si arricchisce di suoni molto classici che sopravvivono in un costante contrasto, maniacalmente bilanciato.
Sono ancora gli archi ad introdurre “Caronte”, come un moderno Vivaldi, accompagnati da una voce a tratti sottile e a momenti sdoppiata dal vocoder, spesso utilizzato nell’intero album. Una chitarra si alterna agli archi e l’aria è celestiale, rende questa melodia senza tempo, straordinaria.
“Eq_Break” è una fase di passaggio, è un brano meditativo. Atmosfere vitree, danno trasparenza e leggerezza ai suoni che sfumano in un elegante, quanto essenziale piano. Quest’ultimo continua da protagonista in “Outlier” cedendo poi, il posto all’organo, che conferisce un’atmosfera semplice e spirituale. Lentamente si spegne in una profusione di suoni e di reverse.
“In Gravitas” raccoglie il senso dell’intero album. Preludio semplice che si capovolge nel puro dinamismo, c’è la moltitudine, vera e propria dancefloor che si conclude in una frase finale, un epilogo che chiude l’odissea
L’ispirazione guida da principio questo lavoro, che fa del dettaglio il proprio pregio.
Come un poema classico che inizia con l’invocazione dell’ispirazione, poi l’oblio. Ogni brano è un’entità a sé con una propria storia, ma la narrazione è unica, come percorsa da trame sottili che si intrecciano in modo complesso, imprevedibile, giocando con l’equilibrio beffandosi dei contrasti, rivelando una sinfonia perfetta.
Sascha Ring aka Apparat in questi giorni è in tour in Italia. In occasione del premio ricevuto nei gironi scorsi in occasione della 65ma edizione dei David di Donatello, si è aggiudicato il premio per la colonna sonora del film di Mario Martone “Capri Revolution”, o.s.t. già precedente premiato alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia.
Queste le tappe live di Apparat:
05 aprile al Teatro Acacia di Napoli da dove partirà il tour europeo, o6 aprile all’Estragon di Bologna e o7 aprile all’Alcatraz di Milano.
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autrice: Noemi Fico