Vi sono personaggi coraggiosi che scelgono un’eredità pesante e che hanno il compito di tenere vive e moderne esperienze piuttosto impegnative. Il top dell’ambient-acustico europeo in circolazione oggi è costituito da compositori di carattere come Marsen Jules, Xela e Colleen ai quali va aggiunto Hauschka da Dusseldorf che ultimamente ha avuto modo di far notare le proprie abilità.
Sebbene l’elettronica e l’ambient facciano parte di un più vasto “linguaggio globale”, siamo felici di informare che sul retro della copertina è indicato che quest’ultimo “Time Elapsing Handheld” del napoletanissimo Emanuele Errante è stato registrato all’OpenLab Studio localizzato proprio a Napoli, ed è un disco tanto avvincente che viene voglia di tenerlo sempre nel taschino della giacca, più per usarlo come arma impropria e sbatterlo in faccia ogni qual volta s’incontra un lamentoso, un disfattista o un pessimista… e qui a Napoli e in Italia ce ne sono noiosamente tanti. In verità il laborioso Emanuele ha già fatto breccia con “Migrations” e ultimamente con “Gouache”, album speculativo e straordinario sul colore a tempera conosciuto come guazzo, e, in via universale, sul capoluogo partenopeo, scaricabile gratuitamente, così da sottrarre, quindi, anche i pregiudizi sulla musica in free download e con tutto il paradosso che ne scaturisce.
“Time Elapsing Handheld” è costituito da sette memorabili composizioni più due bonus tracks comprese nelle edizioni digitali, esce per la berlinese e rinomata Karaoke Kalk che in ambito indipendente è un nome di primissima scelta. Generalmente un disco ambient si descrive da sé attraverso gli stimoli e le sensazioni che nascono dagli ascolti e per quanto un recensore sia bravo a dare un’idea, la profondità dei suoni di “Leaving the nowhere” va assorbita con dedicata e particolare concentrazione. Se “Leaving the nowhere” è piuttosto oscillante, “Made to give” composta a “quattro mani” con Simon Scott degli Slowdive e Seavault è diretta verso delicate trame propriamente “landscape”. L’approccio al sound è piuttosto “fisico” ovvero acustico, nonostante il criterio di partenza sembri certamente più elettronico. Così frasi di piano possono dettare le melodie e simultaneamente confondersi negli abissi dei suoni riverberati e riflessi. Allo stesso modo, l’arpa e le chitarre condividono la scena con lunghi pad meditativi di sintetizzatore, effetti noise e derivati dell’elettronica; il tempo, come in tutti gli album ambient, ha una propria relatività, imprigionato com’è nell’avvicendamento delle atmosfere rarefatte e penetranti che si manifestano fino all’espressionismo elettronico di “Dorian’s Mirror”, verso la fine. L’artwork di copertina è firmato da Valentina Russo con il suo “Skyline”. L’unico neo è che “Time Elapsing Handheld” è uscito a marzo ma è più indicato per il periodo autunnale.
Tra i quattro musicisti annunciati in apertura, ne va associato allora un altro, ed è con fierezza che si aggiunge che viene dalle nostre parti (Napoli ndr), malauguratamente luoghi dove la gente sembra quanto mai ostile al valorizzare ciò che gli appartiene o che ne scaturisce dalla propria cultura.
Autore: Luigi Ferrara