Dall’asse Bergamo-Brescia (con il cuore dalla parte dei 90,s americani e con la santità istigante di certi Six Minute War Madness sia nel titolo che nel sangue) arriva la bordata amperica dè Il Vuoto Elettrico con Virale, dieci inediti e il rifacimento personalissimo di uno dei capisaldi dei CCCP di Fedeli alla Linea Emilia Paranoica, tracce che danno praticamente l’assalto all’ascoltatore di turno, un registrato altamente corrosivo e noises che lavora di fino per lasciare ecchimosi e lividi al suo passaggio stereo.
L’eclettico quintetto non si risparmia, bastona e gonfia le vene del collo con una energia “contro” emotiva e stracarica di lampi post-hardcore, mette in circolo quell’ansia distorta che si fa apprezzare da ogni angolazione la si ascolti, una magnitudo espressiva sincera, impegnata e a forte dispersione salina che non fatica ad aprirsi un varco negli orecchi; brani – o meglio lacerazioni soniche – come Le lacrime di Dio, Cibolesbico, Labirinto di cani o il caos destrutturato di Jean fanno da contraltare allo shuffle di Il ruolo del perdono, al pathos sofferto di Arianna tace o al delirio armonico e Kuntziano di Il tuo ego, il mio crollo, il tutto in un gioco distruttivo di spessore e disturbi organizzati che fanno andare in fregola garantita gli amanti di questa scena e di questo genere.
Nell’ampio mazzo della concorrenza, i nostri Il Vuoto Elettrico se ne tirano fuori senza la minima costrizione, il loro sound è un cortocircuito fuori dalle stantie logiche della tranquillità, e per questo vincente.
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autore: Max Sannella