I Tarwater per la terza volta a Neapel, che, come già accaduto in precedenza accoglie il duo teutonico con il proprio grande calore (in più sensi). Innanzi tutto per il buon seguito riscontrato da sempre in queste latitudini da parte di Jestram & Lippok che consolidano l’ottimo feeling con la città venutosi a creare durante gli ultimi anni e in particolar modo grazie ai successi degli album precedenti a “The Needle was travelling”, costantemente accompagnati da buone performance live.
Fiducia di pubblico ricambiata da un buon live-set al Velvet, non estremamente esaltante ed emozionante come l’ultima apparizione del 2002 ma che in ogni caso ha ricevuto consensi per l’ennesima esibizione positiva e di qualità: come dire bello ma non bellissimo.
Troppo poco spazio concesso al passato: le splendide “Now” e “All the ants left Paris” sembrano piazzate quasi per completare la scaletta. I brani del succitato “The Needle was travelling” suscitano un certo interesse ed acquisiscono, dal vivo, un certo impatto, sicuramente maggiore rispetto al risultato da studio forse anche a copertura di piccoli nei dovuti in parte anche alla brusca sterzata pop.
Molto belle in apertura “Across the dial”, “Entry”, e soprattutto “Stone” che a tratti ricorda i New Order di “Substance”. Da rivedere, anzi “da riascoltare”, “Seven of nine” e “The people” seppur va detto che il tessuto elettronico di Lippok è ben accompagnato dal basso e dai campioni utilizzati dall’elegante Berndt Jestram. Mi colpisce ancora una volta la professionalità del duo che in meno di un’ora offre uno spettacolo piacevole, denso e volendo…anche coraggioso, proprio per la quasi totale mancanza di hit almeno dai bellissimi “Animals, Suns and Atoms” e “Dwellers on the Threshold”, giusto per non andare a “scavare i morti”, e inoltre, l’assenza, per questa volta, dalla scena di Lillevan e dei suoi simpatici video.
Il cambio Kitty-Yo – Morr Music non ha intaccato la concretezza e la capacità produttiva soprattutto a livello qualitativo del duo, anche se le scelte stilistiche apportate non sembrano del tutto casuali.
Napoli e la Germania che si avvicinano ulteriormente, stasera, e in vista degli importanti appuntamenti futuri; due culture apparentemente in contrasto e che invece sono unite da un filo diretto ed “elettronico” e che pulsa, se volete, vivacemente.
Prima del live del duo berlinese, va segnalato lo splendido live-set dei giovanissimi Muhe vs Rosso. Una nuova realtà da tenere d’occhio, e di cui abbiamo potuto apprezzare i notevolissimi passi avanti rispetto al recente passato. Il concerto di Muhe è un piacevole viaggio tra melodie incantate, voci filtrate fino a diventare tutt’uno con i suoni campionati, beat soffusi e cigolii digitali. I video che Rosso proietta alle sue spalle di volta in volta sottolineano i passaggi sonori più ricchi di pathos, o regalano un sorriso agli astanti con trovate finemente ironiche.
E’ un live che – rispetto all’ultima volta che c’è capitato di vederli – si delinea finalmente nella forma e nella sostanza, guadagnando corposità e spessore. Un opening-set molto apprezzato da tutti i presenti, che pur essendo lì in attesa dei Tarwater, si sono abbandonati molto volentieri alle sue affascinanti canzoni digitali.
Autore: Luigi Ferrara / Daniele Lama