Danno un’ulteriore ventata di ossigeno all’indie-rock italiano questi quattro abruzzesi che con “Auff!” pubblicano il loro secondo disco. Hanno condiviso i palchi di Tre Allegri Ragazzi Morti, Marlene Kuntz, Nobraino, Echo & The Bunnymen ed altri e questo avrà inciso sul processo di aturazione della band.
Più leggeri del Teatro degli Orrori e più ironici de Le Luci della Centrale Elettrica, i quattro di Lanciano si esprimono con un ottimo cantautorato elettrico e frizzante, grazie all’uso abbondante di ritmiche funk e p-funk, dimostrando di sapersi muovere molto bene all’interno delle sonorità indie e noise, in particolare nella shellacchiana “Amore borghese”.
Nei testi sono spesso graffianti ed irrispettosi come si addice ad ogni buona band giovane dotata di un approccio punk, aspetto che emerge soprattutto in “Macedonia”, brano contro la guerra, totalmente priva di retorica.
Il frontman, Luca Romagnoli, ha una cadenza che in alcune occasioni ricorda il primo Bugo (“Auff!”), ma si denota una influenza Skiantos dal quale riprendono ironia e sagacia adattandola perfettamente ai nostri tempi (“Pornobisogno”).
Il quartetto riesce anche ad essere catartico nell’elettro-rock “Nei palazzi” ed in “Norman” è evidente il legame sia con i CCCP sia con i loro corregionali Santo Niente: vuoi per l’intro della chitarra alla Zamboni vuoi per come evolve il brano nel grunge all’italiana alla stessa stregua del gruppo di Umberto Palazzo.
Gira voce che il frontman sia molto carismatico e dall’ascolto di questo disco pare proprio che sia così, quindi se vi capita non perdeteli dal vivo.
Autore: Vittorio Lannutti